Rischia di finire a processo il titolare di un'azienda agraria della provincia di Arezzo, accusato dell'omicidio colposo di una donna di 60 anni, deceduta a causa di un'infezione di origine alimentare dovuta al batterio Listeria. Tutto è partito nella primavera del 2024 quando la sessantenne, già affetta da patologia, si era recata all'ospedale di Città di Castello, accusando forti dolori addominali e vomito. La signora era stata ricoverata d'urgenza e sottoposta a varie terapie. Ciò malgrado le complicazioni sopraggiunte, dopo quasi un mese, l'avevano portata alla morte. Dall'indagine epidemiologica effettuata dai sanitari dell'ospedale, era emersa la presenza del batterio nelle analisi della donna. Immediato l'avvio degli accertamenti da parte dell'ASL che, nell'attività di prelevamento e campionamento degli alimenti presso l'abitazione della deceduta, aveva trovato risconto circa la presenza di Listeria in un insaccato a base di suino, tipo coppa, che la signora aveva precedentemente acquistato in un'attività commerciale di Umbertide, ma che era stato prodotto da una azienda agraria della provincia aretina. Considerata la gravità dei fatti, ulteriori indagini sono state affidate sia ai NAS, il nucleo antisofisticazione carabinieri di Perugia che hanno provveduto ad acquisire la cartella clinica della donna e a ricostruire la dinamica degli eventi che l'hanno portata alla morte, sia i consulenti tecnici dell'Istituto Zooprofilattico di Perugia, incaricati di accertare se il decesso della 60enne potesse essere stato provocato dal consumo dell'insaccato. Nella loro dettagliata relazione, i consulenti riferivano che la morte della donna era da ricondursi ad "uno stato settico provocato da una infezione da Listeria presente nella coppa di suino". La procura della Repubblica di Perugia, già informata dall'ASL Umbria 1 della violazione in materia di disciplina igienica della produzione e vendita di sostanze alimentari, in assenza di richiesta di attività di indagini integrative o di interrogatorio da parte dell'indagato, ha così richiesto il rinvio a giudizio per il titolare dell'azienda produttrice della coppa.