No Borders, terzo concerti da applausi

Raramente mi sono divertito così tanto” è stato il commento di Carlo Pagnotta patron di Umbria Jazz presente a Gubbio ieri sera a Piazza Bosone per il concerto di Paolo Fresu, Antonello Salis e Furio Di Castri. Il PAF trio ha offerto al pubblico eugubino un’anteprima del concerto con cui inaugurerà il festival di Berchidda di cui Fresu è direttore artistico. Essendo il tema di quest’anno il cibo e il vino, lo spettacolo ha preso la forma di in una rivisitazione di scanzonata avanguardia dei più famosi brani d’opera dedicati ai brindisi e alle bevute. Legna Sigari e Bordeaux di Puccini è stato trasformata in una sorta di kermesse pirotecnica di suoni insospettati, come l’Aria dello champagne da Così fan tutte di Mozart, il Dialogo tra una botte di vino e una botte di birra da Les contes de Hoffmann di Offenbach, Finché han del vino dal Don Giovanni di Mozart e brani tratti da Cavalleria rusticana di Mascagni e Macbeth di Verdi. Di Castri ha spiegato spiritosamente che anche Rossini ha scritto un blues, riferendosi all’aria tratta dal Conte d’Ory, dove tutti si intristiscono dopo il “beviam beviam”. Anche in questo caso il pezzo è stato intervallato da frammenti preregistrati dell’opera opportunamente manipolati da Furio di Castri sui quali trascorrevano dionisiache le note del piano di Antonello Salis e gli accordi estremi della tromba di Paolo Fresu. La sottile ironia del contrabbasso di Furio di Castri e l’inarrestabile creatività di Fresu hanno lasciato spesso spazio alle invenzioni di Salis che, come un prestigiatore, ha estratto dal suo piano delle meraviglie oggetti insospettabili per fare musica, come una rumorosissima busta di plastica rosa, un coperchio, un raschietto e un bastoncino da rabdomante. Dopo la pausa di un giorno, si riprende mercoledì con Javier Girotto e Aires Tango.