Il comitato “Per Fossato di Vico” non ferma la sua azione volta a scongiurare la possibile istituzione di un Centro di prima Accoglienza Straordinario (Cas) destinato a ospitare cittadini extracomunitari richiedenti asilo in un ex struttura alberghiera in località Osteria del Gatto. Venerdì 6 giugno il presidente del neonato comitato Sante Pirrami ha consegnato alla prefettura di Perugia oltre 700 firme raccolte in una settimana dai cittadini fossatani. Un risultato straordinario raggiunto in pochissimi giorni. Circa un terzo degli aventi diritto al voto ha espresso, apponendo la firma, un profondo dissenso verso l’apertura del centro. Questo sarà solo il primo passo di un percorso che porterà ad allargare la raccolta delle firme anche ai cittadini dei comuni limitrofi, molti dei quali hanno già manifestato la volontà di dare il proprio contributo verso una causa che coinvolge un intero territorio. Il comitato tiene a precisare che non è contro l’accoglienza in sé, ma contro modalità che si ritengono inadatte e inadeguate al contesto e potenzialmente dannose tanto per i residenti quanto per gli stessi migranti. Questi centri non favoriscono l’integrazione, ma, anzi, rischiano di creare isolamento sociale e culturale. La struttura individuata si trova in un’area marginale, lontana dai servizi essenziali come centri per l’impiego, corsi di lingua, sportelli sociali o centri di formazione professionale. Inoltre, la questione dell’ordine pubblico e della sicurezza è uno dei temi maggiormente sentito fra i cittadini. Fossato di Vico è un comune esteso, ma con una presenza molto limitata di forze dell’ordine. Non esiste un commissariato di Polizia e le forze dell’ordine disponibili sul territorio sono scarse. Non si vogliono creare inutili allarmismi, ma è evidente che l’arrivo improvviso e numericamente rilevante di migranti richiedenti asilo pone problemi concreti di gestione, che vanno affrontati prima e non dopo. Pur esprimendo una netta opposizione all’apertura del centro, il comitato tiene a ribadire un principio fondamentale: l’accoglienza è un valore, ma va organizzata con attenzione, trasparenza e rispetto reciproco così come evidenziato, in data 4 febbraio 2025, da parte del COPAI territoriale che spiega: “i processi di governance migratoria territoriale devono essere gestiti in uno spirito di programmazione partecipata e condivisa”. L’impressione dei cittadini fossatani e del comitato è che l’assegnazione della struttura e l’organizzazione del CAS siano avvenute troppe velocemente, senza un progetto solido alle spalle e, proprio per questo, si sostiene come sia quanto mai necessario che le scelte siano ponderate e soprattutto condivise con i territori coinvolti.