Omicidio Geusa: chiesti 19 anni per la mamma della piccola Maria

La condanna a 19 anni di reclusione per Tiziana Deserto accusata di concorso nell'omicidio della figlia Maria Geusa e violenza sessuale subita dalla bambina, nonche' per maltrattamenti nei confronti della piccola, e' stata chiesta ieri sera dal pubblico ministero Giuseppe Petrazzini al termine della sua requisitoria davanti alla Corte d'assise di Perugia. La donna, 33 anni, originaria della Puglia, ha sempre respinto ogni accusa. Domani sono in programma le arringhe dei suoi difensori, gli avvocati Gianni ed Eugenio Zaganelli. La sentenza potrebbe arrivare in serata o sabato prossimo. Maria Geusa mori' il 6 aprile del 2004 all'ospedale di Citta' di Castello dove era stata portata dall'imprenditore edile Giorgio Giorni, datore di lavoro del padre e amico di famiglia. Dall'indagine emerse che la bambina gli era stata affidata dalla madre e quindi seviziata dall'uomo, condannato all'ergastolo in primo e secondo grado. Violenze fisiche e sessuali delle quali - ha ribadito il pm - la Deserto era consapevole. Secondo la ricostruzione accusatoria, la donna doveva prevedere che l'omicidio della figlia potesse essere una conseguenza delle azioni di Giorni. Di qui la contestazione alla Deserto dell'accusa di concorso in omicidio in base all'articolo 116 del codice di procedura penale in base al quale se ''il reato commesso sia diverso diverso da quello voluto da taluno dei concorrenti, anche questi ne risponde se l'evento e' conseguenza della sua azione o omissione''. Tiziana Deserto ha sempre sostenuto di non essere stata a conoscenza delle violenze di Giorni sulla figlia e di avergliela affidata perche' si fidava.