Omicidio Ramazzano: a sparare sarebbero stati in due

Sono stati probabilmente tutti e due i rapinatori che erano armati di pistola a sparare a Luca Rosi, uccidendolo, durante la rapina compiuta venerdì notte a Ramazzano, alla periferia di Perugia. E' l'ipotesi alla quale stanno lavorando i carabinieri del comando provinciale. I militari sono in attesa dei risultati dei rilievi balistici compiuti dal personale del Ris di Roma. In base agli elementi raccolti finora gli investigatori ritengono che a sparare siano state due pistole. Una delle pistole è risultata una semiautomatica calibro 7.65 e due proiettili sono stati recuperati sulla parete del camino contro la quale i malviventi hanno sparato appena entrati nell'abitazione. L'altra arma potrebbe essere un revolver in quanto non sono stati recuperati bossoli diversi. Il terzo rapinatore che ha partecipato al colpo non era invece armato. Indicazioni sono attese dall'autopsia della vittima prevista in serata. Uno dei quattro proiettili che hanno raggiunto il bancario trentottenne sarebbe infatti ancora nel suo corpo. I carabinieri stanno anche valutando se una delle pistole sia quella sottratta nell'altra rapina in villa compiuta a Resina, frazione di Perugia non lontana da Ramazzano. Arma che comunque era priva di caricatore. Intanto dall'indagine emerge la ricostruzione precisa di quanto successo venerdì notte nella villetta di Ramazzano. Rosi, pur con le mani legate, ha reagito dopo che uno dei malviventi si era rivolto alla sua compagna (con lui insieme alla madre e al nipote di otto anni) dicendole ''tu vieni''. Colpito da un primo proiettile alla gamba ha tentato di rifugiarsi in camera. I malviventi hanno pero' prima sparato attraverso la porta e poi sono entrati all'interno - è emerso dalle testimonianze raccolte dai militari - sparando di nuovo, entrambi. Il trentottenne è stato colpito anche al fianco sinistro e al torace. La pista seguita dai carabinieri continua a essere quella di rapinatori originari dell'est europeo. Probabilmente giunti a Perugia da fuori regione anche se potrebbero avere avuto un basista in zona. In queste ore il personale dell'Arma sta mettendo insieme tutti gli elementi raccolti, testimonianze, impronte e tracce biologiche acquisite nell'abitazione ma anche i dati del traffico telefonico cellulare nella zona. Elementi che avrebbero permesso agli investigatori di imboccare una pista precisa anche se il fascicolo aperto dalla procura di Perugia continua a essere al momento a carico di ignoti.