Ospedale, la Cisl tuona: “Vogliamo una nuova Rsu”

GUBBIO - "Vogliamo la rielezione della Rsu". E' categorico il segretario provinciale della Cisl Ulderico Sbarra dopo le ultime vicende che hanno interessato la rappresentanza sindacale dell'ospedale di Gubbio. Ed è rottura, sia con le altre sigle sindacali, alle quali la Cisl fa sapere di "non accettare nessuna lezione di democrazia né di sindacato", che con i vertici dell'Asl 1. E' questo in sintesi il significato della conferenza stampa indetta ieri dal sindacato, a due settimane di distanza da quella in cui era stata annunciata la fuoriuscita dalla Rsu. Una decisione maturata da una serie di considerazioni generali che alla fine hanno portato ad uno stato di impasse. "Lo scorso aprile avevamo presentato la richiesta per il rinnovo contrattuale - hanno affermato i rappresentanti della Cisl - rinnovo che hanno ottenuto i dipendenti dell'Asl1 pochi giorni fa in cinque accordi presentati dalle altre organizzazioni sindacali". Alla richiesta di rinnovo sindacale mai ascoltata si aggiunge quella di un piano di smaltimento delle ore in eccesso maturate nel 2003, che il prossimo anno andranno in prescrizione. "La nostra richiesta è stata ancora una volta disattesa - hanno aggiunto gli esponenti del sindacato - tanto che abbiamo già preso contatti con il legale per aprire una vertenza sindacale". Insomma, la Cisl si tira fuori dalla Rsu e annuncia che rientrerà soltanto a patto di una maggiore trasparenza nelle trattative e di una maggiore coerenza da parte delle altre sigle sindacali e della direzione stessa. "La Cisl interrompe le trattative - ha affermato Ulderico Sbarra - , considera le Rsu un organismo delegittimato visto che appena la Cisl se ne va, gli accordi vengono fatti. Noi non rientreremo finche non ci saranno le condizioni per eleggere nuove Rsu e vigileremo affinché gli accordi vengano rispettati". E nelle critiche del sindacato non manca il riferimento al nuovo ospedale comprensoriale. "Vogliamo sapere come sarà il nosocomio di Branca - aggiungono - Il personale è del tutto insufficiente, il centro di eccellenza neurocardiovascolare è a rischio e dal piano organizzativo viene tolto sempre un tassello".