Parla la neo presidente Corecom Umbria Elena Veschi: "Onorata di ricoprire questo prestigioso incarico". Sulla crisi economica: "Rialzarsi sara' dura: le tempistiche saranno fondamentali"

E' la sangiustinese Elena Veschi la nuova presidente di Corecom, il Comitato Regionale per le Comunicazioni. Dopo l'annuncio da parte del presidente dell’Assemblea legislativa Marco Squarta è avvenuta la cerimonia d'insediamento nella Sala Brugnoli di Palazzo Cesaroni e accanto alla neo presidente, che succede al tifernate Marco Mazzoni, ci saranno come consiglieri la professoressa di sociologia all'università di Perugia Giuseppina Bonerba e l'avvocato Mirko Minuti. Il Corecom Umbria è organo funzionale dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, regolamentato da specifiche leggi che svolgono funzioni di garanzia e controllo sul sistema delle comunicazioni a livello di singola regione, operando dunque un ruolo di vigilanza, tutela ma anche risoluzione delle controversie nel settore delle telecomunicazioni

“Sono onorata di ricoprire questo prestigioso incarico – dichiara la neo presidente Corecom ai nostri microfoni – cercherò di svolgerlo nel migliore nei modi con il massimo impegno come ho sempre fatto: chi mi conosce sa che cerco sempre di dare il 100% se non oltre in tutto quello che faccio. Sono soddisfatta anche della squadra composta dalla professoressa Bonerba e dall'avvocato Minuti. Sono certa che daremo la nostra impronta per quanto riguardo le nostre competenze che sono omogenee e complementari. Il Corecom Umbria si è sempre distinto per efficienza e concretezza, spero che anche il mandato quinquennale che mi cede ora alla presidenza confermi tale peculiarità. Appena sarà possibile faremo i primi convegni assieme anche agli altri Corecom della penisola al fine di tracciare i primi obiettivi da percorrere”

Elena Veschi, ancorchè molto giovane, può contare difatti su un curriculum già lungo e ampiamente qualificato: laureata in scienze economiche bancarie, è imprenditrice e amministratrice nella green economy della Umbraplast di San Giustino, azienda sini da fine anni 60' specializzata nella produzione di imballaggi altamente innovativa con prodotti in bioplastica e materiale biodegradabile compostabile che vengono esportati in tutto il mondo. E' stata presidente dei giovani imprenditori di Confindustria di Perugia e membro del consiglio direttivo della Camera di Commercio perugina, nonché componente del Consiglio generale di Confindustria umbra, socio della Fondazione Cassa di risparmio di Città di Castello e vice presidente del cluster umbro della chimica verde. Tutte esperienze probanti nella scelta dell'imprenditrice altotiberina come presidente Corecom tra ben 18 candidature, e proprio sul tema socio-economico Elena Veschi prova a tracciare un quadro di ciò che può accadere nel mondo delle imprese nei prossimi mesi dopo la pandemia Covid, uno scenario non certo roseo dove fondamentali saranno le tempistiche e la capacità di essere resilienti al virus:

“Innanzitutto c'è da dire che si tratta di una crisi economica non preventivabile -analizza l'amministratrice di Umbraplast - che ha creato un effetto domino di stress pazzesco nel sistema socio-economico. Purtroppo, soprattutto da Settembre in poi, la situazione potrebbe esser ancor più drastica e complessa per l'economia nazionale: le stime del PIL sono sempre più al ribasso, la produttività dell'ultimo ventennio è stata radente allo 0 e senza dubbio siamo stati tra i paesi europei maggiormente colpiti, non solo dal punto di vista sanitario ma anche economico. Rialzarsi sarà difficile: speriamo che i sostegni europei possano dare speranze ma c'è da tenere in considerazione anche i tempi, che sono fondamentali per le imprese, visto anche il mercato globalizzato: ho sempre pensato che sarebbe stato fondamentale riaprire prima possibile, ovviamente sempre in sicurezza, ma non esiste incentivo dinanzi alla chiusura di un'azienda e in futuro saremo obbligatoriamente chiamati a convivere con il virus per sopravvivere nei vari settori. E anche i finanziamenti governativi in itinere per le imprese hanno tempistiche procedurali lunghe ed astruse, producendo in determinati casi solo ulteriore indebitamento a quello già esistente”