Perseguita la ex moglie accusandola
di essere diventata "troppo occidentale". La polizia di Perugia
ha notificato a un marocchino 46enne il provvedimento firmato
dal gip del capoluogo umbro, Carla Maria Giangamboni, che non
gli consente di avvicinarsi a una distanza inferiore ai 300
metri dalla ex moglie e dal figlio, ne' di comunicare in alcun
modo con loro. Tutto inizia nel 2012, quando una donna
marocchina di poco piu' di 30 anni, sposata e madre di un bimbo
che allora aveva 4 anni, si rivolge alle forze dell'ordine per
sporgere querela contro l'ex marito. La ragazza descrive
episodi di violenza, prevaricazione, minacce, umiliazioni
subite e terrore, che l'hanno costretta a chiedere il divorzio.
Secondo la ricostruzione fatta dalla donna, il marito si e'
rivelato violento fin dai primi giorni di matrimonio. Dopo la
decisione di divorziare, pero', i problemi si moltiplicano: il
marito, non solo cerca in tutti i modi di opporsi alla
separazione, ma continua a minacciarla, a percuoterla, a
violentarla. Il 46enne, inoltre, la segue, e la diffama davanti
a conoscenti e al telefono con i familiari della donna in
Marocco. Con chiunque parla della ex moglie come di una poco di
buono, in quanto divenuta ormai donna "occidentale". Lo scorso
aprile, la 30enne mette il figlio al sicuro affidandolo
temporaneamente ai suoi familiari in Marocco, e si rivolge a un
centro antiviolenza, denunciando nuovamente il suo persecutore.
Ma lui prosegue minacciandola che, qualora non avesse ritirato
le querele contro di lui, non avrebbe mai dato il suo consenso
al rientro in Italia del bambino. Di fronte a cio', la ragazza
si presenta in questura per rimettere la querela. Solo che
nemmeno questo placa gli insulti, le minacce e le violenze.
Cosi' il giudice, sulla scorta delle indagini della polizia
prende l'iniziativa e ora intima al 46enne di stare lontano
dalla ex moglie e dal figlio. Se non obbedira' al divieto, per
lui si apriranno le porte del carcere.
Perugia
28/01/2015 13:23
Redazione