Tra pochi giorni si conoscerà l'esito della decisione sulla candidatura Perugia 2019 quale Capitale europea della Cultura: entro i primi sei mesi del 2014 il Consiglio dei Ministri dell’Unione europea assegnerà l’ambito titolo. Un tema sul quale interviene con una nota il Movimento 5 Stelle di Perugia con alcune critiche verso l’Amministrazione comunale perugina che, per la cronaca, ha tempo fino al 20 settembre 2013 per presentare il progetto definitivo insieme al logo completamente rinnovato.
"Di recente, ricorda la nota dei 5 Stelle, a Palazzo dei Priori si sono accorti che non sarebbe stata ammissibile la candidatura di due città perché, evidentemente, qualche attento lettore del bando europeo ha informato i signori della Fondazione Perugia-Assisi, creata ed hoc e presieduta da Bruno Bracalente, che non sono ammessi “gemellaggi” e che, al limite, si può aggiungere, alla singola città, il territorio regionale.
L’amministrazione perugina ha così deciso di passare da “Perugiassisi 2019” al prolisso “Perugia2019, con i luoghi di Francesco d’Assisi e dell’Umbria”; tanto per non sbagliare ancora. Essendo Assisi l’unico sito Unesco in Umbria, ci chiediamo perché non sia stata candidata la città di San Francesco, già avvantaggiata dalla notorietà planetaria che la contraddistingue. Ci troviamo evidentemente di fronte all’ennesimo autogol che le amministrazioni locali umbre mettono a segno sulle opportunità di sviluppo e crescita per la nostra Regione. E pensare che il Comune, dal 2010, ha esborsato cospicue somme a favore di consulenti chiamati a scrivere lo studio di fattibilità dell’autorevole iniziativa dimenticandosi, tuttavia, delle stringenti normative (europee) sugli appalti e dei criteri di efficienza, economicità e trasparenza che esse impongono. Ovviamente, l’intricata questione delle consulenze è già in mano della Magistratura che avrà il suo bel da fare per trovare il bandolo della matassa, durante la torrida estate perugina. Proviamo a fare chiarezza sul ruolo del principale consulente (ma non unico) nell’ennesimo guazzabuglio in perfetto stile “governance culturale perugina”. Risale al settembre 2010 la Determinazione dirigenziale n.307 che attribuiva a Federculture uno studio sulla fattibilità della candidatura disponendo il pagamento di €20.000. Circa due mesi dopo, grazie ad un’ulteriore DD, la n. 354, Federculture Servizi s.r.l. (società operante in seno della Associazione Federculture) otteneva €15000 per una nuova consulenza. Proviamo ora a fare un passo indietro: il 20 luglio 2010 il Comune di Perugia pagava la somme di 1 milione e 7 milioni di Lire, rispettivamente, come quota di iscrizione e quota associativa . A quale Associazione? A Federculture, naturalmente. Associarsi a Federculture significa ottenere in cambio un’attività di consulenza di “tutte quelle iniziative atte a migliorare l’azione degli Associati nel campo della gestione dei servizi culturali, turistici, ambientali, sportivi, e, in generale, del tempo libero”.
In altre parole, il Comune ha pagato a Federculture la somma complessiva di €35.000 per consulenze che avrebbero potuto essere gratuite. La nota particolarmente dolente è che i progetti presentati non sono altro che fascicoletti di una manciata di pagine che parlano di “...un’azione di supporto alla candidatura del sistema territoriale Perugia-Assisi a Capitale Europea della cultura..”
Siamo alle solite: un’Amministrazione comunale allo sbando che gestisce una città allo stremo delle forze perché diventata invivibile, fatiscente e lontana anni luce da un’idea di cultura quale strumento di rinascita sociale, civile ed economica. Assistiamo così sgomenti all’ennesimo pasticcio di un’Amministrazione sempre più lontana dalle esigenze della popolazione e dei reali bisogni (culturali e non) del territorio.
Ci chiediamo come, in una città dove un’intera orchestra ha dovuto recentemente cercare riparo all’interno del Duomo per sfuggire alle angherie degli ubriaconi del centro, possano i nostri amministratori intraprendere un piano di sviluppo credibile che ricomprenda parallelamente cultura, bellezze storico-artistiche, rinnovamento, ricerca, infrastrutture e partecipazione attiva del cittadino.
“E’ tutto regolare, anche le consulenze”, ha dichiarato l’Assessore Cernicchi. “Niente di nuovo sul fronte occidentale”, aggiungiamo noi".
Perugia
08/08/2013 08:50
Redazione