La guardia di finanza di Perugia ha intensificato i controlli sulle strutture ricettive della provincia individuando 36 soggetti residenti all'estero risultati essere possessori di immobili che non hanno dichiarato in Italia le relative somme percepite. Si tratta, nella maggior parte dei casi - riferiscono gli investigatori - di ville di pregio che venivano affittate a prezzi che variavano dai 4.000 ai 15.000 euro alla settimana. Le attività di verifica, anche attraverso l'analisi di documentazione informatica acquisita con l'ausilio di un'unità "Computer Forensics e Data Analysis", hanno permesso di recuperare a tassazione oltre 2,2 milioni di euro. Il comando provinciale di Perugia della guardia di finanza negli ultimi mesi ha avviato una serie di ispezioni mirate per contrastare l'attività di eventuali operatori irregolari o abusivi e per garantire il rispetto delle normative. Ciò - si spiega in un comunicato della guardia di finanza - anche in considerazione del verosimile, ulteriore incremento dei turisti che si registrerà per effetto del Giubileo e dell'ottavo centenario della morte di San Francesco d'Assisi. Gli interventi, sollecitati anche dalle principali associazioni di categoria del settore (Federalberghi, AssoTurismo e altre), mirano a individuare le strutture che operano senza rispettare le regole, alterando la concorrenza e danneggiando gli operatori regolari. Le verifiche sono state condotte a partire da informazioni raccolte e incrociate attraverso le banche dati in uso al Corpo, che hanno permesso di identificare alcune strutture ritenute ad elevati profili di rischio. Riscontri sono stati eseguiti anche attraverso il monitoraggio dei siti web specializzati nell'offerta di affitti e nelle compravendite di immobili in Umbria.