Pietralunga. Caso Bianzino, interviene il vice ministro Manconi.

L’ipotesi è quella di omicidio volontario. La Procura della Repubblica di Perugia ha aperto un fascicolo per fare luce sulle cause che hanno portato al decesso di Aldo Bianzino, l’uomo di 44 anni arrestato dagli agenti del Commissariato di Città di Castello lo scorso 5 ottobre perché trovato in possesso di oltre 100 piante di marijuana rinvenute poco distanti dalla sua abitazione,a Pietralunga. Sul caso si registra contemporaneamente la prima presa di posizione ufficiale da parte del sottosegretario alla Giustizia, Luigi Manconi il quale dopo avere assicurato di star seguendo con la massima attenzione le notizie relative alle indagini che hanno portato alla morte in carcere, nella notte tra sabato 13 e domenica 14 ottobre, dell’uomo, ha posto l’accento sul fatto che la morte in carcere è sempre una duplice tragedia, “sia dal punto di vista prettamente umano e privato, sia e soprattutto perché avviene quando la persona si trova sotto la diretta responsabilità dello Stato e quindi nella sua tutela. Gli uffici centrali del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria –ha detto Manconi - stanno attivamente collaborando con il pubblico ministero Giuseppe Petrazzini per far luce sulle cause che hanno portato al decesso di Aldo Branzino e da parte sua il Ministero della giustizia opererà affinché siano accertate nella maniera più esauriente possibile tutte le cause e le eventuali responsabilità dell’accaduto”. Intanto oggi, come richiesto dal pm Petrazzini, avranno luogo altri accertamenti dopo l’autopsia della scorsa settimana che aveva evidenziato lesioni interne difficilmente giustificabile e riconducibili all’arresto cardiocircolatorio. In particolare, vista la presenza di lesioni massive al cervello, Petrazzini ha disposto accertamenti sull’encefalo della vittima. Ad effettuare questi esami, sarà il medico legale Luca Lalli mentre l’ex moglie di Aldo Branzino ha nominato come medico di parte il dottor Walter Patumi.