43 mila giovani tra i 25 e i 40 anni spariti dall'Umbria in 10 anni. Un buco generazionale senza precedenti.
Lo evidenzia il nuovo rapporto Mediacom043 di Giuseppe Castellini che analizza i dati Istat relativi all'andamento demografico in Italia.
DATI NAZIONALI
Il dato nazionale rileva che nell’ultimo decennio ( 2009 – 2019 ), la fascia d'età 25 – 40 anni è passata da 13.721.982 persone a 11.102.995 (-2.618.987), con calo medio del 19,1%. “In altre parole – commenta Castellini - è sparito un quinto dei giovani di quell'età”.
Analizzando la quota giovani presenti in una Regione rispetto all'intera popolazione, si rileva che la situazione è drammatica per Liguria (15,5% di giovani residenti) e Friuli Venezia Giulia (16,6%), Male anche Valle d’Aosta (16,9%), Piemonte (17%), Toscana (17,2%), Veneto (17,5%), Umbria (17,6%), Emilia Romagna (17,7%), ‘Vecchia’ anche la Lombardia (18,2%).
IL CASO UMBRIA
L'Umbria è un caso anomalo, con una quota di giovani 25-40 anni ben sotto la soglia critica del 20% ma con la situazione che è precipitata solo negli ultimi 10 anni dopo che tra il 2002 e il 2009 i giovani 25-40 erano aumentati, in controtendenza rispetto al resto d’Italia. L’andamento della provincia di Terni nettamente peggiore rispetto alla provincia di Perugia.
La vera crisi su questo fronte per l’Umbria si manifesta nell’ultimo decennio, quando il numero dei giovani 25-40 crolla del 21,9% (da 198mila 640 a 155mila 143, con un calo di 43mila 497 giovani.
Le cause di questo crollo? Per Castellini: “Denatalità ed emigrazione dei giovani in altre regioni e all’estero, a cui si aggiunge una terza: la forte flessione (circa un terzo) degli iscritti all’Università di Perugia, concentrata proprio in questo decennio, che ha ridotto il numero degli studenti che, una volta giunti a studiare in Umbria, poi vi si fermano”.
A questo si aggiunga la situazione economica: l’Umbria, in termini di Pil reale per abitante, dal 2000 al 2017 mostra il secondo peggior risultato d’Italia; la stessa Umbria è la seconda regione italiana più in ritardo nell’obiettivo di tornare al Pil reale complessivo del 2017, ossia ante Grande recessione.
LE DUE PROVINCE
“Ma la situazione dell’Umbria è doppiamente anomala – continua Castellini - Perché, all’andamento anomalo della regione rispetto alla media nazionale di cui si è parlato sopra, si aggiunge il comportamento decisamente divergente (almeno nel periodo 2002-2009) tra le province di Perugia e di Terni. L’aumento del numero dei giovani tra 25 e 40 anni registrato in Umbria tra il 2002 e 2009 (per memoria, +5mila 634, +2,9%, rispetto al -3,9% del dato medio italiano) fu infatti dovuto alla sola provincia di Perugia, dove i giovani 25-40 anni aumentarono da 142mila 895 a 148mila 772 (+5mila 877, +4,1%), mentre nella provincia di Terni scesero da 50mila 111 a 49mila 868 (-243, -0,5%).
Anche nell’ultimo decennio 2009-2019 l’andamento della provincia di Terni è peggiore di quello della provincia di Perugia. Nel Perugino, infatti, la flessione del numero dei giovani 25-40 è del 21,1% (da 148mila 772 a 117mila 442, -31mila 330), mentre in provincia di Terni il calo è del 24,4% (da 49mila 868 a 37mila 701, -12mila 167). In sostanza, nell’ultimo decennio la provincia di Perugia ha perso oltre un quinto della propria popolazione tra 25 e 40 anni, mentre Terni ne ha persa quasi un quarto.
Guardando all’intero periodo 2002-2019, la flessione del numero dei giovani 25-40 anni è stata del 17,8% in provincia di Perugia, mentre la provincia di Terni marca -24,8% (peggio sia della media nazionale che di quella del Centro).
Quanto alla quota dei giovani 25-40 anni sul totale della popolazione residente nelle due province umbre, nel 2019 entrambe sono sotto la soglia ‘critica’ del 20% e sotto la media nazionale (18,4%): Perugia è al 17,9%, Terni a un gravissimo 16,7%.
Il ‘buco generazionale’, quindi, in Umbria è grave in entrambe le province, ma in quella di Terni è drammatico”.
Gubbio/Gualdo Tadino
08/01/2020 08:42
Redazione