I grandi “chef” dell’Umbria al servizio dei prodotti tipici e di presidio “slow food”, per esaltare, attraverso la cucina moderna, i saperi e i sapori della tradizione: nella spaziosa cucina allestita presso lo “stand” dell’Umbria del “Salone del Gusto” (con “Terra Madre” in corso di svolgimento a Torino), Marco Bistarelli di Città di Castello, presidente dei “Giovani Ristoratori d’Europa” e Maria Luisa Scolastra di Foligno hanno inaugurato la nuova “filosofia” di presentazione dei prodotti tipici della regione: parlare, attraverso il concreto linguaggio della cucina, dell’eccellenza agroalimentare umbra. Così i due piatti preparati dagli “chef” per una selezionata platea di giornalisti e gastronomi, ospitati nello “stand”, hanno ufficialmente inaugurato il nuovo corso, che proseguirà grazie all’associazione alla quale gli stessi “top chef” umbri hanno dato vita, chiamandola con un nome chiaro nei significati e nelle intenzioni: “Umbria Golosa”.
“È un modo per far conoscere i prodotti grazie alla cucina – dice Marco Bistarelli, che ha preparato un apprezzato piatto di roveja e involtini di quaglia al tartufo, mentre Maria Luisa Scolastra ha offerto piccione in salsa di roveja e patate con “quenelles” di riso alle rape (con il “sedano nero” di Trevi a far da base ad entrambe le preparazioni) -, una strada di cui da tempo abbiamo individuato la giustezza e che ora proseguiremo con continuità”. Dopo Bistarelli e Scolastra, si alterneranno ai fornelli dello “stand” dell’Umbria al “Salone del Gusto” altri top “chef” della neocostituita “Umbria Golosa”, come Gubbiotti, Ialenti, Trippini e Rosati: “special guests” in una cucina, per tutta la durata della manifestazione gestita da Salvatore Denaro di Foligno, che, fra un piatto e l’altro ammannito ai visitatori, ha annunciato la sua prossima partenza per gli Stati Uniti: su invito del “Culinary Institute of America”, il noto cuoco folignate spiegherà a studenti di cucina e cuochi americani, da “visiting professor” e “ambasciatore” dei prodotti umbri in California e a New York, le meraviglie del farro, della fagiolina del Trasimeno e della cicerchia, oltre a quelle della “porchetta”, dell’agnello e del pollo alla umbra. “Un bel riconoscimento alla nostra cucina – sottolinea Salvatore Denaro -, di cui, grazie alla giornalista Sara Harmond Jankins, si è occupata di recente anche una rivista prestigiosa come il ‘Food&Wine Magazine’”.
Nell’ampio padiglione che il “Salone del Gusto” dedica ai presìdi “Slow Food”, l’Umbria è presente con il “sedano nero” di Trevi e con la “roveja” di Cascia: “Per noi è stato un vero e proprio battesimo – dicono Alberto Mattioli, Annibale Bartolomei e Leonardo Fugazza, che offrono un saggio del loro sontuoso sedano, croccante e senza fili, accompagnandolo con formaggio molle e miele -, è un’esperienza davvero eccezionale per far conoscere il nostro prodotto”. “Entusiasmante – commenta l’esperienza di Torino la signora Silvana Crespi di Cascia, al bancone della sua “roveja” – finalmente una manifestazione dove il contadino è protagonista, come dovrebbe essere tutto l’anno, e invece non è”. “È veramente una bella esperienza – dice Maurizio Sparanide della condotta di Perugia di “Slow Food” -, è bella questa vetrina, bello poter condividere il gusto dei nostri prodotti con tanta gente interessata, bella la nostra prospettiva – annuncia - di aprire a Terni e Umbertide, dall’inizio del nuovo anno, mercati ‘slow food’ con cadenza settimanale”. E Giancarlo Picchiarelli, presidente della Comunità montana del Monte Subasio e dell’Associazione Nazionale “Città del Tartufo”, offre nel suo “stand” il pane tipico di Strettura (Spoleto) e la “ruota” di Corciano, sul quale, per il piacere e il gusto dei visitatori, fa piovere scaglie di tartufo bianco (con il burro) e, con l’olio, di tartufo nero.
27/10/2008 11:40
Redazione