Sanità: presentati i dati dello "studio di Gubbio" sul rischio cuore

''Gubbio e' un eccellente esempio di educazione attiva con un coinvolgimento della popolazione in una azione di tipo preventivo'': lo ha detto Alberto Zanchetti, professore emerito dell'Universita' di Milano, intervenendo alla presentazione dei dati dello ''studio di Gubbio'' sui fattori di rischio cardiovascolari e prevenzione della ipertensione. Una ricerca condotta dal centro di medicina preventiva, diretto da Oscar Terradura Vagnarelli. Il miglioramento delle persone in trattamento - e' stato detto nel corso di una conferenza stampa - ha portato ad una riduzione del tasso di mortalita' per cause cardiovascolari dal 25 per mille al 17 per millenell'arco di cinque anni. Il centro sta conducendo esami clinici, cardiologici, di comportamento e stile di vita, di patologie familiari con l'obbiettivo di indurre ad una attenzione sui rischi cardiovascolari legati alla ipertensione e compiere uno studio sulla eziologia e patogenesi della stessa malattia operando su un grande numero di individui, ad iniziare da una fascia di eta' 5-12 anni in su', segnalando al medico curante i casi nei quali e' opportuno intervenire. Il campione iniziale era costituito da 5.376 individui del centro storico sui quali nel tempo sono state ripetute le indagini secondo protocolli che hanno fatto diventare lo ''studio di Gubbio'' un progetto scientifico italiano tra i piu' conosciuti. E' ora giunto a una terza fase nella quale verranno esaminati, entro il prossimo anno, circa 5.100 individui.