Ripartire dal lavoro. Ecco, in sintesi, il messaggio ribadito dai lavoratori di Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria che, dopo la larga affluenza del primo maggio a Perugia, e del 18 giugno a Terni, sono tornati numerosi in piazza, nel capoluogo umbro, per la manifestazione in occasione dello sciopero generale, venerdì 15 novembre. “La ragione principale che ci porta qui oggi – ha spiegato Claudio Bendini, segretario Uil Umbria, prima della partenza del corteo – è che questa legge di stabilità, ex legge di bilancio, non ci sta bene. Pur essendo la prima volta che, con la crisi, si fa una legge senza strettissimi vincoli con l’Unione europea, non si rilancia l’economia del Paese. In Italia oggi il problema non è più il debito pubblico, ma la mancata crescita”. “Vogliamo dire al Governo – ha aggiunto il segretario nazionale di Uil, Luigi Angeletti, presente all’evento a Perugia – che questa legge non fa nulla per creare una prospettiva positiva per l’occupazione e che oggi si può fare qualcosa solo fronteggiando la crisi industriale e riducendo le tasse sul lavoro. Penso che ci sia un eccesso di ottimismo e credo, purtroppo, che anche nel 2014 la disoccupazione andrà ad aumentare. Qui in Umbria, in particolare, la crisi industriale è preoccupante. Si stanno distruggendo le basi materiali per la creazione di posti di lavoro e ricchezza delle imprese, ad una velocità impressionante”. A sfilare nel corteo, partito da piazza Partigiani, infatti, alcuni dei rappresentanti delle realtà produttive protagoniste delle 160 vertenze aperte attualmente in Umbria, da Merloni a Sgl Carbon, da Sangemini al polo chimico di Terni, i lavoratori della scuola pubblica e dei trasporti, i tanti immigrati che operano sul territorio regionale. Uomini e donne che, in piazza, sono scesi accanto ai rappresenti degli oltre 41mila disoccupati, 13mila cassa integrati e decine di migliaia di precari. “La ripresa del Paese – ha concluso Bendini – dipende dall’aumento dei consumi interni. Perché avvenga dobbiamo fare in modo che le fabbriche producano di più, dare più soldi a lavoratori e pensionati. Abbiamo proposto, poco tempo fa, una manovra di circa 10miliardi di euro, in accordo non solo con Cgil e Cisl, ma anche con Confindustria. Soldi recuperati attraverso tagli alla spesa. Non comprendiamo le ragioni della mancata manovra”. Il corteo ha convogliato, poi, in piazza della Repubblica dove i tre segretari regionali dell’Umbria, Claudio Bendini di Uil, Mario Bravi di Cgil, Ulderico Sbarra di Cisl, e il segretario nazionale dell’Unione italiana dei lavoratori, Luigi Angeletti, hanno messo in fila gli imperativi necessari alla crescita: riaprire un confronto con le imprese, ridare ruolo alla contrattazione, fermare i licenziamenti e rendere stabili le occupazioni, investire, difendere il welfare, destinare risorse, liberate da fisco, rendite e sprechi, a lavoratori e pensionati, cambiare, infine, la legge di stabilità.
Gubbio/Gualdo Tadino
15/11/2013 15:37
Redazione