Sobrietà e silenzio. Sono le parole e l'invito rivolto dal Vescovo di Gubbio, Mario Ceccobelli, in occasione dell'omelia per la ricorrenza della Canonizzazione di S.Ubaldo, dall'altare dalla Basilica ai fedeli. Silenzio e sobrietà sulla vicenda giudiziaria che dal 14 febbraio ha travolto la comunità eugubina, coinvolgendo l'ex Giunta Goracci e 10 anni di amministrazione comunale, colpendo numerose famiglie e sconvolgendo un'intera cittadinanza. Questo il brano dell'omelia dedicato alla vicenda:
"La nostra comunità eugubina è attraversata da una grande sofferenza, non c’è famiglia che non ne sia in qualche modo contaminata.
Salendo con voi questa mattina, mi sono chiesto: Cosa direbbe oggi Ubaldo ai suoi devoti così provati e afflitti?
L’ho pregato e implorato e mi pare di poter dire a me e a voi:
«Questo è tempo di silenzio, di meditazione, di rispetto, di misericordia, di vita sobria».
È lui, Ubaldo, che ci ricorda le parole di Gesù nell’episodio dell’adultera: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei» (Gv 8,7). Non dimentichiamo questo insegnamento relativo al giudizio. Non c’è nulla di più arduo che esercitare questa facoltà, soprattutto se lo si fa in maniera affrettata o approssimativa. E comunque la prudenza e la pìetas debbono sempre esserci compagne, perché tutti siamo soggetti all’errore e all’imperfezione; la fragilità e la debolezza sono le nostre compagne di viaggio. Per questo il divino Maestro, che ha insistito su questo punto anche con l’esempio della pagliuzza e della trave, ci ha ammonito: “Non giudicate per non essere giudicati”(Mt 7,1ss).
Sant’Ubaldo ha vissuto con la città e i cittadini un intenso rapporto sul piano religioso e civile, sempre illuminato dalla fede e dalla preghiera.
Oggi, a distanza di tanti secoli, nel celebrare l’anniversario della sua canonizzazione, anche noi ci troviamo uniti nella preghiera: uniti tra noi e con lui, più che mai fiduciosi nel momento disorientato che stiamo vivendo, pervaso da dubbi, delusioni, amarezze. Ci troviamo a fare i conti, tutti quanti, con una realtà complessa, densa di insidie, che noi stessi ci siamo creati.
Sta a noi ridimensionarci e impegnarci nello sforzo di ricompattare i valori capaci di sostenerci e di predisporre una società accogliente per i nostri figli.
Tante volte nella sua storia Gubbio si è trovata in frangenti più o meno gravi, ma sempre ha saputo ritrovare il suo equilibrio e la forza per rialzarsi. Con la fede, la buona volontà e la preghiera, con l’attenzione alla Parola del Vangelo potremo recuperare uno spirito positivo e collaborativo che aiuterà a superare le difficoltà dei singoli e della comunità, sempre avendo come punti di riferimento le virtù di Ubaldo.
Noi lo chiamiamo “fratello, padre e guida”, perché tale è stato per i suoi concittadini affinché, imitando il suo esempio, anch’essi lo fossero nei rapporti reciproci.
Coraggio! Confidando nella sua potente mediazione alziamo la testa e guardiamo in avanti e in alto, proviamo a scoprire quanto di buono e di bello c’è intorno a noi, proviamo a vedere cosa posso fare io per il bene del mio fratello, per il bene della mia comunità, per dare fiducia e speranza di un futuro migliore per i nostri figli.
L’esempio del nostro Patrono ci stimoli alla misericordia e al perdono. Sarà questo l’omaggio più bello e da Lui gradito che possiamo offrirgli. La sua mediazione ottenga per questa città un supplemento di forza divina perché tutti possiamo camminare verso la santità".
05/03/2012 09:11
Redazione