Si sono dati appuntamento davanti a Palazzo Cesaroni a Perugia, sede del consiglio regionale nel giorno in cui l'assemblea legislativa era in seduta. Sono i componenti del comitato "No Css nelle cementerie di Gubbio" e i rappresentanti di altri comitati ed associazioni umbre che chiedono alla Regione un nuovo piano regionale dei rifiuti che punti sulla riduzione, recupero e riciclo. Il sit-in ha sollevato il tema del possibile uso di Css, il combustibile solido secondario, all'interno delle cementerie in parziale sostituzione del pet coke, argomento sul quale gli uffici tecnici della Regione hanno ormai da mesi avviato una valutazione, dopo la richiesta da parte delle due cementerie eugubine di utilizzo di tale combustibile nei loro siti umbri come già avviene in altre regioni e in armonia con le direttive europee. La questione è attualmente in mano alla giunta Tesei e all'assessore regionale all'ambiente Roberto Morroni sul cui tavolo è in fase di definizione anche il nuovo piano regionale dei rifiuti .
I No CSS contestano l'uso del combustibile solido secondario in una realtà come quello della conca eugubina che definiscono "già inquinata", seppur i dati di Arpa Umbria, l'agenzia di protezione ambientale riferiti dal direttore generale Luca Proietti nel rapporto annuale 2020, hanno dimostrato che la qualità dell'aria derivi per l'87% dal riscaldamento domestico, il 4 % dal traffico e solo il 3,8 % dalle attività industriali, con Gubbio che si trova in una situazione migliore a realtà come Perugia, Foligno, Città di Castello e Terni, sia in termini di inquinamento che di monitoraggio, essendo dotata di 5 centraline.
Dal canto loro le aziende ricordano che la stessa Europa chiede alle imprese energivore come le cementerie di ridurre la produzione di CO2 a pena di sanzione, obiettivo raggiungibile sostituendo il pet coke con materiali come il CSS , combustibile ottenuto dal trattamento della componente secca di rifiuti non pericolosi.
Intanto oggi in una nota la Federbeton di Confindustria, che riunisce le realtà di produzione di cemento in Italia, ricorda che in una recente sentenza il Tar del Lazio, rigettando il ricorso dei comitati civici contro l'uso di CSS autorizzato dalla Regione Emilia Romagna nei cementifici Buzzi, ha di fatto ritenuto la pratica in linea con le politiche europee di economia circolare. " Da una parte - si legge in una nota in merito al CSS - contribuisce a chiudere il ciclo dei rifiuti, evitando di conferire in discarica materiali che possono ancora avere una loro utilità in un contesto di economia circolare, e dall’altra consente di ridurre il ricorso a fonti fossili, indirizzando la produzione di un materiale fondamentale come il cemento nella direzione dell’economia circolare e della sostenibilità".
La questione troverà una sua sintesi in questo 2021: oggi a sostenere i manifestanti è sceso in strada il consigliere del Movimento 5 stelle Thomas De Luca che in consiglio regionale ha proprio oggi affrontato e criticato il tema della politica ambientale della Regione ; hanno ascoltato i comitati, tra gli altri, il consigliere del Pd Michele Bettarelli e l'assessore regionale Enrico Melasecche.
In mattinata una delegazione è stata anche ricevuta dall'assessore Roberto Morroni che ha assicurato sul Css un iter con un’ampia partecipazione. Non appena verrà verificata la documentazione, si aprirà la fase dell’osservazione. Ci saranno 45 giorni in cui chiunque potrà sollevare ed avanzare le proprie posizioni. Successivamente la tematica tornerà nuovamente all’attenzione degli uffici regionali che dovranno valutare se sottoporre l’istanza a V.I.A. (Valutazione Impatto Ambientale). Al momento non esiste interferenza tra l’istanza e le esigenze dell’industria in questione e le tematiche connesse alla gestione dei rifiuti. Ad oggi viaggiano su due piani paralleli”.
Gubbio/Gualdo Tadino
26/01/2021 16:32
Redazione