Sorrentino: “Il lavoro rispetti il giorno di festa”

“Impariamo a volerci più bene” . E’ un messaggio semplice quello che il vescovo di Assisi , Nocera e Gualdo, Domenico Sorrentino, consegna ai fedeli riuniti nella cattedrale di San Benedetto al termine dell’omelia per la festa del patrono di Gualdo Tadino , il Beato Angelo da Casale . Un invito, il suo, a ritrovare amore e unità, prima all’interno della famiglia, poi in seno alla comunità. Sorrentino tocca nella sua omelia temi caldi del momento, il lavoro , in particolare, ricordando quante famiglie anche a Gualdo oggi vivono l’incertezza del futuro e invita a ritrovare sentimenti di solidarietà verso i meno fortunati, come accadeva in età medievale con l’impegno profuso in tal senso dalle Confraternite . Un lavoro , però, che per Sorrentino non deve e non può giustificare tutto : qui il riferimento a quei cartelli affissi in tanti negozi la domenica, ma anche oggi giorno del patrono , con su scritto “ siamo aperti”. La logica, dice Sorrentino , del lavoro inteso solo come profitto non deve sopraffare i valori veri che sono anche il rispetto del giorno della festa . Una cerimonia, quella del Pontificale delle 11 in cattedrale partecipata come sempre anche dalle istituzioni , seguita alla consegna dei premi Beato Angelo presso la sala consiliare . Fiocchi di neve hanno baciato la festa del patrono non scoraggiando tuttavia nella sua fioritura il cespuglio di biancospino del quartiere omonimo , erede del centenario pruno che fiorì in pieno inverno al passaggio della salma del Beato portato in trionfo dai gualdesi . I boccioli bianchi anche quest’anno sono spuntati prima timidi , poi decisi davanti agli occhi dei fedeli che ieri sera hanno sfidato anche il tempo avverso pur di essere presenti alle due processioni con fiaccolate che , partite da luoghi diversi, si sono ritrovate intorno alle 22 davanti al cespuglio fiorito . Fiori di speranza , quest’anno come non mai, davanti ad un 2013 che si è aperto con tante incertezze per centinaia di famiglie gualdesi strette dalla morsa del rigore economico .