Stroncata banda dell’eroina

Ha portato a smantellare quello che gli investigatori ritengono un traffico di eroina da Napoli alla provincia di Perugia un'operazione condotta dai carabinieri di Assisi che hanno eseguito dieci arresti mentre altre sette persone sono ancora ricercate. Nelle ordinanze di custodia cautelare a loro carico è stato contestato il reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. I provvedimenti riguardano due perugini, un imprenditore di Assisi, tre napoletani e 11 magrebini. Sequestrati dai carabinieri, nel corso dell'operazione, 300 grammi di eroina, 250 pasticche di suboxone e 20 flaconi di metadone. L'operazione, iniziata nel marzo 2010, ha consentito ai militari di arrestare anche altre cinque persone, sempre per reati legati alla droga. L'operazione, alla quale hanno partecipato una cinquantina di carabinieri con l'ausilio di unità cinofile, si è svolta in provincia di Perugia e nell'hinterland napoletano. E' stata portata a termine dopo circa un anno di indagini svolte dai carabinieri della compagnia di Assisi guidati dal capitano Andrea Pagliaro. L'attività è partita in seguito dell'arresto da parte dei militari della stazione di un ventinovenne italiano trovato in possesso di oltre 30 grammi di eroina che aveva nascosto in un giardino. Il giovane - hanno riferito gli investigatori - aveva con se' anche un telefono cellulare intestato ad un tunisino con numerosi precedenti per droga e quindi i carabinieri hanno deciso di capire che tipo di collegamento ci fosse tra i due. Le indagini hanno consentito di individuare quello che per il personale dell'Arma è un sodalizio criminale che faceva capo ad un nord africano che si avvaleva della collaborazione di alcuni tossicodipendenti italiani per le singole cessioni. Quando terminava la droga, la banda inviava un corriere nel napoletano che, dopo avere acquistato l'eroina, la preparava in ovuli, la ingeriva e la trasportava in treno nel capoluogo umbro. Viaggi che si ripetevano - è stato spiegato - con frequenza bisettimanale. La droga veniva quindi nascosta in campagna per evitare i controlli delle forze dell'ordine. Dagli accertamenti è emerso che il gruppo disponeva di oltre 3 mila schede di telefonia mobile con fittizi intestatari. I carabinieri stanno quindi valutando eventuali condotte di favoreggiamento attraverso la fornitura agli indagati delle sim. In particolare sono in corso verifiche su alcuni negozi di telefonia mobile che - ipotizzano gli investigatori - potrebbero avere fraudolentemente utilizzato i dati anagrafici di ignari clienti per generare schede telefoniche ''pulite'' che venivano in seguito cedute agli appartenenti al sodalizio criminale per gestire il traffico di stupefacenti.