Taglio delle Comunità Montane: Mariani soddisfatta dell'odg unanime a Gubbio

“Credo che tutto il consiglio comunale abbia voluto manifestare con questo atto quanto sia importante per Gubbio continuare a far parte dell’ente montano”. Parole della presidente comunitario Catia Mariani, che commenta positivamente l’invito che la conferenza dei capigruppo consiliari di Gubbio ha unanimemente rivolto alla Giunta Regionale, chiedendo a quest’ultima di rivedere i criteri per il riordino degli enti endoregionali, ritenuti “fortemente penalizzanti per l’intero territorio eugubino”. Il riferimento è alla proposta di legge regionale, che vedrebbe fuori dalla Comunità Montana Gubbio, in quanto comune con più di 25 mila abitanti. Questo, quindi, non sarebbe più rappresentato in sede comunitaria, anche se, con oltre 30.000 abitanti, costituisce al momento più del 50% della popolazione montana locale, per un territorio di oltre 500 Km quadrati. Gubbio inoltre confina con tutti e 6 i comuni che fanno parte dell’ente. “Stando così la situazione – ha spiegato la Mariani – sarebbe più complicato, ed in alcuni casi perderebbe di significato, pensare ad una pianificazione che escluda il territorio eugubino, specie per quello che riguarda progettazioni a livello idrogeologico e forestale. La Regione – ha aggiunto – nell’individuare aree montane omogenee non sembra tenere nel giusto conto tutti i criteri della montanità, sui quali non solo si basa la legge istitutiva delle Comunità Montane, ma che stanno a fondamento anche delle leggi sulla montagna, all’interno delle quali si individuano agevolazioni per i territori secondo parametri relativi all’altimetria, all’orografia, reddito procapite ecc…. Tale proposta di legge regionale – continua la Mariani – privilegia invece una distinzione effettuata in virtù di una particolare funzione delle comunità montane, quella relativa alla gestione associata di alcuni servizi per conto dei comuni. Così facendo – conclude la presidente – non solo passa in secondo piano il ruolo che gli enti montani svolgono a livello di pianificazione e amministrazione in alcuni ambiti quali la protezione civile, la gestione dei siti di interesse comunitario ecc…, ma non si tiene in giusta considerazione quanto sia funzionale, anche per i comuni più grandi, la gestione associata di certi servizi”. Nelle ultime settimane si era inoltre paventato anche un rischio in termini occupazionali. In base alla proposta di legge i fondi prima destinati all’ente montano andrebbero ora rimandati ai comuni montani – tra i quali anche Gubbio – che però dovrebbero obbligatoriamente appoggiarsi alla Comunità Montana per espletare determinati servizi e portare a termine certi progetti. “Un modo – ha commentato la Mariani – per salvaguardare i posti di lavori, ma che comporterebbe un enorme dispendio in termini burocratici e amministrativi, visto che ad ogni occasione il comune si troverebbe costretto a siglare con la comunità montana delle convenzioni”.