Il 20 agosto, di ritorno dalle ferie di metà estate , gli eugubini saranno chiamati a pagare la prima rata della Tares, la nuova tassa sui rifiuti nota alle cronache nazionali per la sua fama di essere un nuovo e pesante salasso per famiglie ed attività. Gubbio non smentisce il trend. Da queste parti l'aumento complessivo del tributo, ovvero calcolato sulla totalità dei contribuenti, sarà intorno al 50% dovendo, per legge, il Comune coprire con gli introiti l'intera spesa della gestione rifiuti. Così se nel 2012 il capitolo di spesa era stato di 3 milioni di euro e 900 mila, di fronte ad entrate di 3 milioni ( la Tarsu copriva all'incirca il 75% ), nel 2013 la Tares dovrà portare nelle casse qualcosa come 4 milioni e mezzo di euro per coprire il costo gestione ( 3.900.000 euro ) e versare allo Stato una percentuale sulle entrate ( 600 mila euro ) . A conti fatti, serve un milione e 500 mila euro in più rispetto ai 3 milioni di introiti 2012, pari ad un incremento del 50%. Se questa è la percentuale di aumento media che famiglie ed attività dovranno affrontare, non esiste una cifra assoluta che valga per tutti : in base al piano tariffario che il commissario prefettizio, in accordo con gli uffici comunali, varerà entro il 30 settembre , ci saranno famiglie e categorie di attività che pagheranno di più o meno della percentuale media. La materia è complessa ma proviamo a spiegarla semplificando. Il tributo Tares è composto da una quota fissa, legata ai metri quadri dell'immobile ( come la Tarsu) e una quota variabile legata al numero di persone che occupano gli spazi abitati: nuclei familiari più numerosi producono più immondizia di un “single” ,dunque in linea di principio pagheranno di più, anche se qui il Comune potrebbe decidere, con il piano tariffario, di inserire sgravi ed agevolazioni. In attesa di vedere stabilite con esattezza le tariffe, la rata del 20 agosto , come la seconda del 31 ottobre, saranno calcolate con i parametri della vecchia Tarsu , quindi senza aumenti concreti; la terza, il 31 dicembre, sarà quella di conguaglio con l'applicazione della Tares vera e propria . Qui i numeri per alcuni rischiano di diventare importanti, più che per le famiglie, per le attività economiche. L'esempio più immediato in una città a vocazione turistica sono gli alberghi: fino ad oggi a Gubbio una media struttura da 3 mila metri quadrati ha pagato intorno ai 20 mila euro annui di Tarsu; con la Tares rischia di sborsarne minimo 10 mila in più, con una percentuale di incremento che potrebbe anche sfondare il 50%. Con la crisi di presenze turistiche di questo 2013, la situazione sarebbe insostenibile.
Gubbio/Gualdo Tadino
17/07/2013 11:24
Redazione