Umbertide: no alla ridefinizione selvaggia dei collegi provinciali

I sindaci di Umbertide Giampiero Giulietti e di Montone Mariano Tirimagni si sono incontrati con il consigliere provinciale Gianfranco Becchetti per discutere il problema che si è venuto a creare con il riassemblaggio dei collegi territoriali per l'elezione del rappresentante in Provincia. Con la legge di riforma degli enti locali (42/2010) è stato disposto il taglio del 20% dei consiglieri provinciali e quindi i collegi devono essere ridefiniti. La ridefinizione decisa dalla Prefettura ha portato per il comprensorio sud dell'Alto Tevere una decisione che disattende completamente i criteri territoriali. In pratica il collegio locale che comprendeva Umbertide, Montone e Lisciano Niccone è stato smembrato portando Montone con Gubbio e Umbertide con la zona del lago (Tuoro e Passignano). Succede quindi che Montone, che ha in comune con Umbertide dalla zona industriale a vari servizi, venga portato con Gubbio, con cui non esistono nemmeno collegamenti viari di prossimità. Umbertide invece finisce con il Lago, con cui i legami sono stati storicamente inesistenti. Durante l'incontro è stato quindi espresso parere fortemente negativo sulla proposta della Prefettura in merito alla ridefinizione della circoscrizione dei collegi elettorali. E' stata anche espressa forte perplessità perché la proposta prefettizia penalizza in modo pesante la rappresentanza della zona sud dell'Alto Tevere, senza tenere in alcun conto le omogeneità territoriali e le caratteristiche economiche e sociali comuni a quest'area, rispondendo al contrario al solo fattore numerico e disattendendo così gli stessi indirizzi contenuti nella legge 122 del 1951 e indicati dal ministero degli Interni. L'incontro è servito quindi per ribadire la giustezza di un intervento presso il ministero dell'Interno al fine di assicurare a tutti i territori della Provincia giuste ed equilibrate rappresentanze e di salvaguardare le omogeneità territoriali che da sempre costituiscono la base del tessuto sociale. Il solo fattore numerico (inteso come numero di abitanti) non può prevalere in assoluto su valori come omogeneità culturale, storica, economica e sociale. La proposta che tiene conto del solo criterio numerico provoca una serie di disagi che rischiano di penalizzare una corretta rappresentanza nella nostra realtà. Non solo la nostra è una realtà penalizzata, a dimostrazione che è tutto l'impianto riformatore che non funziona. Basti pensare all'area del Trasimeno, storicamente omogenea sia sul piano geografico che su quello economico e sociale, che viene penalizzata dalla divisione in ben quattro collegi. Si chiede di rivedere l'ipotesi proposta, privilegiando i criteri socio-economici, tenendo conto delle richieste dei singoli Comuni. La modifica potrà essere valutata procedendo anche a spostamenti di carattere minore che non modifichino la sostanza della proposta prefettizia. Durante l'incontro è stato anche stabilito di invitare la Prefettura a procedere anche a deroghe, legalmente consentite, favorendo le valutazioni politiche territoriali e consentendo una rappresentanza più omogenea. In tale senso si è anche espresso il consiglio provinciale con un ordine del giorno votato all'unanimità lo scorso 9 novembre.