“Quando c'è qualcosa che non va, parlatene, parlatene con i vostri genitori, perché anche se alla vostra età lo scontro intergenerazionale è inevitabile, mamma e papà sono le uniche persone che vi amano veramente”. A lanciare questo accorato quanto commovente appello è stato Luigi Mangiapelo, padre di Federica, una bella ragazza di 16 anni uccisa dal fidanzato nel novembre del 2012 sulle sponde del lago di Bracciano, che questa mattina all'Istituto Leonardo Da Vinci ha partecipato alla presentazione del libro “Federica, la ragazza del lago”, scritto da Massimo Mangiapelo, giornalista professionista e zio della giovane. L'iniziativa è stata promossa da Commissione Pari Opportunità del Comune di Umbertide, soci e lavoratori di Coop Centro Italia, Centro per le Pari opportunità della Regione Umbria e Istituto Leonardo da Vinci, in occasione del 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. All'incontro hanno preso parte il sindaco di Umbertide Marco Locchi, l'assessore alle Pari Opportunità Maria Chiara Ferrazzano, la presidente della Commissione Pari Opportunità di Umbertide avv. Stefania Bagnini, la dirigente scolastica Franca Burzigotti e Daniela Palazzi del cda di Coop Centro Italia. A parlare a cuore aperto di Federica e della sua triste storia, il padre e lo zio, Luigi e Massimo Mangiapelo, insieme al giornalista de La Repubblica Emilio Orlando. I tre hanno ripercorso la vita di Federica, una ragazza bella, solare, appassionata come lo sono i giovani a 16 anni, fino all'incontro con Marco di Muro, quel fidanzato possessivo e geloso che le impediva di uscire con le amiche e che le scrisse, come in un tragico epitaffio, “sarai mia per sempre”. Perché Federica se l'è portata via proprio la persona che diceva di amarla e che lo scorso luglio è stata condannata a 18 anni di carcere con l'accusa di omicidio volontario aggravato, dopoché in un primo momento alcuni errori investigativi avevano fatto propendere per la morte naturale. Ma la tenacia e la forza di volontà dei familiari di Federica hanno fatto riaprire le indagini e la verità è venuta a galla con tutta la sua crudeltà. Perché Federica non era finita nel lago di Bracciano per una tragica fatalità, Federica era stata uccisa e, a soli 16 anni, ha ingrossato le fila delle tante donne che hanno perso la vita per mano di un uomo. Donne uccise, violentate, maltrattate, sottomesse, spesso proprio da chi è chiamato a proteggerle, il marito, il compagno, il fidanzato, un fenomeno diffuso in tutte le società e in tutte le culture al quale però, grazie anche ad iniziative di sensibilizzazione come quella di questa mattina, si cerca di porre la parola fine. Quella di Federica è stata una morte assurda ma non può essere una morte vana ed è per questo che zio Massimo e papà Luigi hanno voluto incontrare i giovani e soprattutto le ragazze, coetanee di Federica, per metterle in guardia dai pericoli in cui possono incorrere e che a volte possono costare loro anche la vita. “Chi vi ama davvero non potrà mai dire 'sarai mia per sempre' perché amare una persona significa volere il suo bene e renderla felice”, ha detto papà Luigi che ha invitato le ragazze presenti a confidarsi con i propri genitori, “le uniche persone che vi amano davvero”. Pagina dopo pagina, nel suo libro Massimo Mangiapelo racconta proprio questo, ripercorrendo la storia di Federica, la terribile telefonata che annunciava la sua morte, le indagini, gli errori investigativi fino alla svolta con l'individuazione del colpevole; al racconto dei fatti si alterna quello delle emozioni, riportate in corsivo, che hanno animato e che animano tutt'ora chi Federica l'ha conosciuta e l'ha amata più di chiunque altro. Emozioni che Massimo e Luigi hanno cercato di trasmettere agli studenti dell'Istituto Leonardo Da Vinci perché a nessuno possa accadere quello che è successo a Federica. All'iniziativa presso l'istituto umbertidese è seguita nel pomeriggio la presentazione del libro a Perugia presso la Sala Fiume di palazzo Donini.
Città di Castello/Umbertide
19/11/2015 17:24
Redazione