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Umbra acque: i sindacati puntano il dito sulle incertezze del futuro

Umbra acque: i sindacati puntano il dito sulle incertezze del futuro della società di gestione del servizio idrico legata all'Ato 1. Perplessità sulla mancata attivazione della concessione ventennale. Incertezza per i 350 addetti.
"Umbra Acque" nel mirino dei sindacati. La società di gestione delle risorse idriche - per mesi al centro delle polemiche per disagi degli utenti e file agli sportelli - stavolta fa parlare di sè per problemi di natura sindacale. Secondo Cgil, Cisl e Uil sarebbero avvolte in un alone di incertezza addirittura 350 addetti dipendenti dell'azienda, legata a doppio filo con l'Ato 1 (che raggruppa 38 comuni dell'Alta Umbria). "In attesa della definizione della nuova regolamentazione legislativa che coinvolge le società di gestione dei Servizi di Pubblica utilità - recita una nota congiunta dei sindacati - le organizzazioni di categoria Filcem, Femca e Uilcem sentono la necessità ed il dovere di chiedere conto ai soggetti interessati (AATO n°1, Regione e Comuni) delle prospettive del soggetto gestore del servizio idrico integrato dell’Ambito Territoriale n° 1 e più nello specifico di Umbra Acque. Vale la pena ricordare - prosegue la nota - che il soggetto gestore costituito formalmente nel 2003, l’anno della crisi idrica, non si è costituito con una regolare procedura di gara ad asta con evidenza pubblica per l’assegnazione della concessione, ma che a quel tempo fu deciso di rinnovare anno per anno l’affidamento per la gestione del servizio idrico integrato, per i 38 comuni partecipanti all’ATO 1. Questa società (Umbra Acque) nata dalla fusione delle ex Cesap, Conap, Sogepu, Tsa e Crea, ad oggi conta circa 350 lavoratori addetti. Umbra Acque nella sua composizione societaria si vede partecipata per il 67% delle sue azioni dai 38 comuni dell’ATO in questione e per il restante 33% dall’Acea di Roma. Dal 2003 ad oggi sono stati prodotti circa 62 milioni di euro di investimenti attraverso il finanziamento delle banche e ne sono previsti, dal “Piano d’Ambito”, altri 238 circa per i prossimi sedici anni. Detto questo sorgono spontanee alcuni punti di domanda: - Come mai l’ATO 1 non ha provveduto, vista la lunga tempistica trascorsa e a disposizione, ad avviare la procedura per l’affidamento della concessione ventennale, così come è stato fatto dall’AATO n° 2 e n° 3 dell’Umbria? - Quale futuro dovranno aspettarsi i lavoratori rispetto alle possibilità di prospettiva di Umbra Acque? - Il loro futuro sarà legato ancora ad un soggetto unico o per caso si dovrà pensare ad una scomposizione dello stesso in tante piccole società speciali o per meglio dire al ritorno a piccole e piccolissime aziende municipali di proprietà dei singoli comuni? - Ma questa logica non era stata abbandonata in nome dell’integrazione e dell’efficienza del servizio idrico e del risparmio economico ai cittadini per il costo dell’acqua? - Inoltre, tutte le partite di accordo sul livello salariale dei lavoratori, che il sindacato ha definito con Umbra Acque scompariranno nel solito gioco delle scatole cinesi? Queste domande - chiude la nota a firma di Filcem, Femca e Uilcem - le rivolgiamo a nome dei lavoratori a chi ha il dovere di garantire, oltre alla continuità e alla qualità del servizio idrico integrato ai cittadini, la certezza del posto di lavoro e la sostenibilità salariale per i 350 lavoratori attualmente presenti".

22/07/2007 08:07
Redazione
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