Nella prima parte del 2025 la crescita dell'attività economica umbra è rimasta contenuta. Il Pil è aumentato dello 0,6 per cento rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente, in linea con il Paese, secondo l'aggiornamento congiunturale sull'economia dell'Umbria della filiale di Perugia della Banca d'Italia. Dal quale emerge anche che i consumi delle famiglie "sono cresciuti più che in Italia e sono stati ancora sostenuti da un ampio ricorso alle relative forme di credito". L'analisi ha evidenziato che l'industria ha risentito della debolezza di fatturato e ordinativi, che si è estesa alla componente estera. Sulle esportazioni hanno pesato i primi effetti, diretti e indiretti, dell'inasprimento dei dazi da parte degli Stati Uniti. Il clima di fiducia delle imprese è rimasto basso e le attese sono progressivamente peggiorate. Nell'edilizia si è esaurita la lunga fase di sviluppo e a incidere - secondo Banca d'Italia - sono stati so il venire meno dei "generosi" incentivi fiscali per la riqualificazione degli immobili residenziali e il "rallentamento" degli investimenti pubblici e degli interventi di ricostruzione post-sisma. Nel terziario l'andamento è rimasto positivo. Il settore ha infatti tratto beneficio dalla crescita dei consumi e dal contributo fornito dal turismo, che ha confermato la fase di robusta espansione avviatasi dopo la fine del periodo pandemico. Le presenze - rileva l'analisi - hanno continuato ad aumentare in tutto il territorio regionale (10 per cento nei primi nove mesi dell'anno), più intensamente per la componente straniera e per le strutture extralberghiere (17,4 e 12,2 per cento, rispettivamente). Il traffico passeggeri dell'aeroporto regionale ha raggiunto un nuovo massimo. La situazione economica e finanziaria delle imprese si è confermata solida, scrive Banca d'Italia. Le disponibilità liquide risultano "ancora ampiamente adeguate alle necessità operative e le valutazioni delle aziende sulla capacità di generare utili sono rimaste sostanzialmente inalterate". Il credito al settore produttivo ha continuato a contrarsi, in particolare per le piccole imprese. L'occupazione ha continuato a crescere in "misura sostenuta" (1,9 per cento), più intensamente tra le donne e i lavoratori autonomi. Anche nella componente alle dipendenze è aumentata la creazione di nuove posizioni lavorative, estesa a tutte le classi di età e alle principali tipologie contrattuali. In un contesto di espansione delle forze di lavoro il tasso di disoccupazione si è collocato al 5 per cento. Il favorevole andamento del mercato del lavoro si è riflesso nella positiva dinamica del potere di acquisto delle famiglie, solo parzialmente attenuata dalla ripresa dell'inflazione. Sono tornate ad aumentare le erogazioni di mutui per l'acquisto di abitazioni, in connessione con la ripresa del mercato immobiliare. I depositi in capo alle famiglie hanno accelerato e si è associata la prosecuzione della crescita di tutte le principali tipologie di investimenti finanziari.