Vacanze & vaccini, occhio ai viaggi last minute

Non si può dire una gran cifra. Solo in 880 hanno scelto di sottoporsi l’anno scorso alle vaccinazioni internazionali previste dal Servizio Sanitario Nazionale qualora si decida di mettersi in viaggio verso mète tropicali. No. Decisamente, no. Ottocentottanta folignati sui 53.000 della popolazione residente sono davvero troppo pochi. E dire che di rischi se ne corrono. Soprattutto se si fa rotta verso l’Africa sub-sahariana o il Sud-America. A snocciolare le cifre del fenomeno è la dottoressa Elisabetta Baroni, responsabile dell’ambulatorio Profilassi malattie infettive e vaccinazioni. Che rivela come lo scorso anno a fare la parte del leone sia stata la vaccinazione contro l’epatite A, non obbligatoria ma praticamente indispensabile per prevenire il mal d’Africa. E non solo quello narrato dalla Blixen. Non si tratta difatti di tormentate nostalgie per il Continente Nero ma di patologie, a volte anche molto gravi. Come la febbre gialla contro la quale nel 2005 si sono vaccinati 108 folignati. All’antitifica si sono invece sottoposti in 210 mentre sono stati 48 coloro che hanno assunto il vaccino monodose contro la meningite meningococcica. Non esiste invece un vaccino contro la malaria (infezione che provoca in Italia qualcosa come 1.000 morti l’anno) ma per scongiurare quasi completamente il rischio di contrarre la patologia trasmessa dalla zanzara anofele, oltre alle sempre valide precauzioni comportamentali, ci si può sottoporre alla profilassi antimalarica. A complicare le cose, nonostante la massiccia campagna di informazione promossa dall’Asl, ci si sono messi anche i tour operator con le loro allettanti proposte last minute. Che certo non giovano alla prevenzione. I tempi di somministrazione dei vaccini oscillano difatti dalle due alle tre settimane antecedenti la partenza, condizione in evidente conflitto con l’estemporaneità della formula last minute. Ultimo ma non trascurabile rischio è quello connesso al boom del turismo sessuale che espone tutti coloro nati prima del ’79 (anno in cui è diventata obbligatoria la vaccinazione contro l’epatite B) a contrarre infezioni. Consigliabile anche in questo caso il vaccino che, come non dirlo, ha tempi di somministrazione che sfiorano il mese. Ma val la pena aspettare. A meno di non voler tornare a casa con una qualche infezione tropicale, un certo non poco gradito souvenir di viaggio.