Vittorio Sgarbi dà un voto alla città di Foligno

E’ un Vittorio Sgarbi meno caustico, insolitamente temperante e interlocutorio, anche se non rinuncia, nemmeno per un attimo, al suo lucido realismo. Butta lì un paio di aggettivi, qualche gelida battuta, un superlativo relativo di cui certo non si può andar fieri. E alla fine, nel corso della visita alla mostra "Dal Neoclassicismo alla Restaurazione tenutasi a Palazzo Trinci dal 22 settembre al 6 gennaio, promuove la città. Con un otto pieno, tondo, inatteso. E ai microfoni di Trg provocatoriamente ringrazia il “benefico terremoto” che ha convogliato nella terza città dell’Umbria i fondi per la ricostruzione. Una città meno pittoresca dei piccoli borghi circostanti, arroccati come presepi sulle colline. Una città che accoglie tra le sue mura il contestatissimo cubo di piazza del Grano, un mostro urbanistico che il critico d’arte non ha esitato, più di una volta, a definire uno scempio. Una città, infine, che se ha tremato per lunghissimi secondi il 26 settembre di quasi dieci anni fa ne ha comunque tratto, a parere del critico ferrarese, i suoi innegabili benefici. Un affresco a tinte forti, insomma, di un Comune, così come il resto della regione, “salvato dai santi e dalle scosse telluriche” ma che comunque guadagna una larga sufficienza.