E' stata la processione con la Statua di S.Ubaldo ad aprire come ogni 16 maggio le celebrazioni della comunità eugubina in onore del Patrono: da alcuni anni infatti la statua viene ricondotta con una cerimonia silenziosa ma sentita, dalla chiesetta di San Giovanni decollato, detta dei Neri, dove ieri era stata riposta prima della Callata dei Ceri, fino in Cattedrale.
Ad aprire la processione, il Cappellano dei Ceri don Mirko Orsini, insieme a capitani e capodieci, ai rappresentanti delle istituzioni ceraiole e delle università di arti e mestieri. Un breve ma solenne tragitto fino al Duomo dove è stato il Vescovo Paolucci Bedini ad officiare il solenne Pontificale, alla presenza delle autorità civili, religiose e militari, con i sindaci dei numerosi comuni che fanno parte della Diocesi eugubina. Presenti anche delegazioni delle comunità gemellate della francese Thann e della statunitense Jessup.
E così dopo l'omelia della serata del 15 maggio in Basilica, dove il presule aveva esortato a ripercorrere nella quotidianità le orme dell'esempio del Patrono, al termine di una giornata di straordinaria intensità, anche dal pulpito del Duomo Luciano Paolucci Bedini ha fissato sulla figura di Ubaldo le proprie riflessioni. Il vescovo ha poi ricordato come Ubaldo in vita si sia sempre prodigato per dirimere i dissidi e i conflitti, spendendosi anche di persona per riconciliare. Con un chiaro riferimento anche all'attualità della prossima sfida amministrativa comunale:
"Dall'alto del suo splendente rifugio sul monte Ingino il nostro Vescovo Ubaldo oggi, come ogni giorno dell'anno, stende il suo amorevole abbraccio di padre a cingere, come le mura della città, ciascuno dei suoi figli, per difenderli da ogni male".
"Non raramente, nelle occasioni di litigio tra i suoi - ha proseguito il Vescovo - Ubaldo intervenne mettendosi fisicamente in mezzo, ad impedire che il male facesse il suo corso e vincesse la sua meschina battaglia sulla pelle degli uomini, lasciando sul campo solo perdenti dall'una e l'altra parte. Troppe volte i nostri dissidi hanno motivi futili, e sempre comunque potrebbero essere affrontati per altre vie. Quanto abbiamo bisogno anche a Gubbio di servitori umili della comunione e della fraternità. Di singoli e di gruppi che lavorino con forza per una solidale convivenza. Quanto è urgente e necessario che tutti ci si senta responsabili di ciò che appartiene a tutti ed è per tutti, e che alcuni a nome di tutti si sentano incaricati dell'amministrazione del bene comune e mai contro qualcuno. E quanto è più che mai auspicabile che i cristiani di questa Chiesa eugubina, forti della testimonianza del loro patrono, si espongano con generosa prodigalità a servizio del bene, con semplice concretezza e trasparente intenzione, specialmente verso le membra più deboli e sofferenti della nostra comunità".
Infine il vescovo ha pronunciato una preghiera speciale a S.Ubaldo, composta proprio per questa occasione.
Vescovo Ubaldo,
patrono e protettore nostro,
ascolta la nostra supplica di figli.
Tu, che con la forza di Dio combattesti le insidie del male,
veglia su ciascuno di noi e difendici dagli attacchi del maligno.
Aiutaci a non rispondere al male con il male,
e insegnaci a scegliere sempre la via della pazienza e del dialogo quando il conflitto ci divide.
Accompagna la crescita dei piccoli e dei giovani,
perchè fondino la loro esistenza nel servizio del bene, con l'aiuto e l'esempio dei grandi.
Cingi con il tuo amore le nostre famiglie,
perchè non subiscano l'assedio del male.
Rimani con noi accanto ai sofferenti nel corpo e nello spirito,
perchè sentano la carezza della consolazione di Gesù buon pastore,
che tu hai reso vivo e presente in mezzo a questo tuo popolo.
Abita la vita di ogni cittadino e di tutti i fedeli di questa terra eugubina,
fa che condividiamo i frutti del bene e diamo esempio di fraterna solidarietà.
Amen.
Il canto di O lume della fede ha poi concluso la solenne celebrazione in Cattedrale, nel segno di Ubaldo.
Gubbio/Gualdo Tadino
16/05/2019 16:13
Redazione