L'onda lunga del blitz che nelle prime ore della mattinata di ieri ha colpito i vertici di Gesenu con l'operazione congiunta di Forestale e Guardia di Finanza, ha scosso gli ambienti politici e amministrativi regionali in particolare per l'arresto del direttore Sassaroli e le pesanti accuse formulate dal Gip.
Ma i venti dell'inchiesta finiscono per toccare anche diverse aree della nostra regione da dove provengono alcuni dei 13 indagati, funzionari e amministrativi della galassia Gesenu. Tra questi, figura nel registro delle persone raggiunte da avviso di garanzia anche l'eugubino Giuliano Cecili di 66 anni assieme a colleghi folignati, perugini e toscani. Le accuse a carico dell'arrestato vanno da associazione a delinquere, traffico illecito di rifiuti, inquinamento ambientale e una serie di altri reati. L’operazione, condotta dalla Forestale, ha portato al sequestro del Bioreattore nella discarica TSA di Borgoglione e al sequestro di beni personali per oltre 27 milioni di euro.
La vicenda interessa dunque il vasto ambito di competenza della Gesenu, la società perugina che tra l'altro si occupa di recupero rifiuti negli impianti di Pietramelina e Borgogiglione, per conto di 24 Comuni ricadenti nell’Ambito Territoriale Integrato 2 (Trasimeno – Perugino – Marscianese – Tuderte), in forza di un contratto d’appalto valido per il periodo 2009 – 2024 del valore complessivo di circa un miliardo di euro: secondo l'accusa in realtà tali operazioni non sarebbero state effettuate o venivano parzialmente effettuate.
L'eco indiretta dello scandalo è giunta anche sul territorio dell'Alto Chiascio dove però è del tutto estranea al pianeta Gesenu la discarica Colognola di Gubbio per la quale non dovrebbero esserci problemi visto che il sito rientra nell'Ati 1 e non nell'Ati2. La discarica eugubina è gestita in amministrazione diretta dal Comune, identificata come “ad esaurimento” ed esclusa dal piano d'ambito dell'Ati1. Si stima, per la cronaca, che ancora ci sia disponibilità per 50 mila metri cubi di Rsu, rifiuti che vengono trattati nel sito di Ponte Rio, questo gestito da Gesenu. Il tutto in attesa che venga esperita la gara che individui il nuovo ente gestore dei rifiuti, dalla raccolta allo smaltimento per l'intero Ambito 1. Il Comune di Gubbio però ha intenzione di far inserire Colognola nella pianificazione futura andando anche a chiedere un aumento dei volumi: non si pensa ad un ampliamento del perimetro ma ad una crescita in altezza, lavorando sul crinale creando così 200 mila metri cubi in più.
Altra questione invece, che interesse tutti i siti umbri di discarica, è quella della tenuta sismica. Proprio a margine dell'inchiesta di oggi il consulente tecnico dell’Autorità giudiziaria ha rilevato, nel corso della sua attività, deficit di stabilità sia nella discarica di Pietramelina che di Borgogiglione che «rappresenta un rischio concreto, anche alla luce dei recenti eventi sismici». Per questo, l’Autorità giudiziaria ha provveduto ad informare le massime autorità regionali per le verifiche e l’adozione delle necessarie misure di sicurezza. Verifiche che probabilmente dovranno essere esperite, a prescindere dall'indagine Gesenu, anche su Colognola, che a sua volta ricade in area a rischio sismico.
Gubbio/Gualdo Tadino
01/12/2016 11:21
Redazione