Decreto salva banche, a Gualdo rabbia e speranze nell'assemblea dei risparmiatori beffati

Un teatro Don Bosco affollato in ogni suo ordine a Gualdo Tadino ieri pomeriggio per l'assemblea voluta da Federconsumatori Umbria che incontrava tutti i cittadini "vittime" del salvataggio di Banca Etruria, insieme a Banca Marche, Cariferrara e Carichieti, una delle quattro confluite nella "bad bank" a cui un pool di istituti di credito ha concesso un prestito ponte che, con il placet del Governo e di un decreto ad hoc, non ha salvato azionisti e investitori. In tutta Italia sono andati in fumo, dalla notte alla mattina, 500 milioni di euro appartenenti alle tasche dei clienti, almeno 300 mila sono di non speculatori professionisti, ma di piccoli risparmiatori che nella banca avevano confidato di trovare la sede idonea dove mettere al sicuro i loro denari. Coordinati dal presidente di Federconsumatori Umbria Alessandro Petruzzi, i clienti , principalmente di Banca Etruria, sono intervenuti raccontando la loro esperienza e porgendo domande. Venivano da tutta l'Umbria: solo a Città di Castello, dove si è costituito un gruppo Facebook, sono 300 le persone coinvolte nel tracollo, numeri che crescono quando ci si avvicina alla fascia appenninica dove era forte la presenza della Banca Popolare di Gualdo Tadino poi rilevata da Banca Etruria. Molti di loro hanno raccontato di non essere mai stati messi al corrente del rischio di quelle obbligazioni che avevano sottoscritto, quasi nessuno conosceva la differenza tra obbligazioni ordinarie e subordinate, nessuno pensava di non vedere garantito il proprio capitale. Chi ha tentato di avere informazioni in banca nei primi mesi di commissariamento, è stato all'epoca rassicurato sulla tenuta delle obbligazioni . "Hanno persino cambiato i direttori poche settimane fa - ha detto una signora di Gubbio - così che quando sono andata alla filiale non ho più trovato la persona che mi aveva garantito sulla tenuta del capitale". In sala l'onorevole del Pd Valter Verini che ha informato la platea della presenza di un emendamento al decreto del Governo che istituisce per il 2016 un fondo di risarcimento di 116 milioni di euro : " Non potrà sanare quanto perso - ha detto il parlamentare al microfono di Trg - ma servirà almeno in parte a risarcire del danno ". Danno che , secondo Verini , non è da addossare al Governo, ma unicamente alle banche e alla loro gestione dei clienti : " Il Governo non può mettere soldi per salvare gli istituti di credito - ha detto - l'Europa boccerebbe un decreto del genere. Ha potuto solo avallare un prestito ponte da parte di altre banche che tuttavia non salvava tutti . L'altra ipotesi era il fallimento di Banca Etruria e della altre, con esiti negativi su tutta la clientela e i dipendenti". Le rassicurazioni di Verini non hanno convinto Federconsumatori che oggi ha preso le deleghe di oltre 80 presenti che vogliono essere rappresentati anche in sede legale se necessario, per avere quella che chiamano "giustizia" su un caso che per alcuni ha rappresentato la perdita di tutti i risparmi. " Chi dice a mia figlia che forse il prossimo anno non potrò mandarla all'Università? " ha chiesto al microfono di Trg un operaio eugubino che in Banca Etruria ha perso tutto.