"Ricordo come un grande tremolio mai provato... difficile da spiegare, una sensazione di tremarella... impressionante che è durata il lasso di tempo che ho fatto questo maledetto gesto". Questo l'ultimo racconto di quella mattinata orribile resa da Giorgio Giorni agli inquirenti meno di due mesi fa. Oggi, l'omicida reo confesso della piccola Maria Geusa, ripercorre in un'aula di tribunale davanti agli avvocati, ma soprattutto davanti al padre della piccola uccisa a Città di Castello quegli interminabili momenti di rabbia cieca che hanno spezzato la vita di una bambina di due anni e sette mesi. Giorni, 33 anni, sembra intenzionato a rispondere alle domande che gli verranno poste.