Tutto nasce da un articolo apparso sul quotidiano nazionale "Repubblica" che scrive di una nuova indagine legata al calcio scommesse, in particolare in Serie C e nel campionato Primavera. Un indagine che sarebbe sotto la lente d'ingrandimento della procura della Federcalcio e della procura della Repubblica di Roma e, secondo il quotidiano, nel mirino ci sarebbe l'operato di un arbitro, con un curriculum alquanto bizzarro per rigori, espulsioni e decisioni interlocutorie che la procura avrebbe rilevato. La goccia che ha fatto traboccare il vaso sarebbe una partita di C(non di cartello, si legge) disputata prima dell'interruzione sospesa proprio a causa di un infortunio del suddetto direttore di gara, partita dove si registrava un flusso anomalo di scommesse su un risultato che però non si stava verificando.
L' articolo non cita tale partita ma tutto lascia pensare si tratti di Virtus Verona Gubbio, interrotta lo scorso 12 Gennaio a 12' dalla fine proprio per forfait dell'arbitro sul punteggio di 1-0 per gli eugubini(gol di Gomez) e poi recuperata dal momento dello stop a fine dello stesso mese e terminata con il medesimo risultato.
Se tale ipotesi fosse confermata, l'arbitro in questione sarebbe Luigi Catanoso di Reggio Calabria, che nella suddetta partita prima dell'interruzione definitiva aveva già sospeso in precedenza la partita sempre per un malessere fisico che gli stessi protagonisti sia dentro che fuori del campo avevano notato già a fine primo tempo. Dunque un infortunio apparso reale e che lasciava poco spazio alle interpretazioni, specialmente ad una pantomima al fine di sospendere volutamente la contesa
Al momento tutto resta ipotetico e in corso di valutazione ma è bene evidenziare come la suddetta, ancora potenziale ed embrionale, indagine riguardi esclusivamente il direttore di gara in questione come scritto da "Repubblica": la società eugubina difatti è totalmente estranea alla vicenda, così come di concerto la società veronese. Aggiornamenti sono comunque previsti nei prossimi giorni per fare ulteriore luce sul "caso"