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'Ndrangheta in Umbria: nuova operazione anticrimine, 27 provvedimenti restrittivi di cui 4 arresti nelle cosche di Cutro e Siderno

'Ndrangheta in Umbria: nuova operazione anticrimine, 27 provvedimenti restrittivi di cui 4 arresti nelle cosche di Cutro e Siderno. Sequestrati beni per 10 milioni.

Dalle prime ore di oggi, sotto la direzione delle Procure Distrettuali di Catanzaro e Reggio Calabria, dirette dai Procuratori Nicola Grattieri e Giovanni Bombardieri, la Polizia di Stato (Servizio Centrale Operativo, Squadre Mobili di Perugia, Catanzaro e Reggio Calabria) ha dato esecuzione a 27 provvedimenti restrittivi disposti dai G.I.P. dei rispettivi Tribunali nei confronti di appartenenti alle cosche Trapasso e Mannolo di San Leonardo di Cutro e Commisso di Siderno, che hanno evidenziato significative proiezioni in Umbria.

L’operazione della DDA di Catanzaro (P.M. Sost. Proc. Antonio De Bernardo – Paolo Sirleo – Domenico Guarascio), denominata “Infectio”, condotta dal Servizio Centrale Operativo e dalle Squadre Mobili di Perugia e Catanzaro, ha determinato l’emissione da parte del G.I.P. catanzarese Paola Ciriaco di 23 misure cautelari (20 in carcere e 3 ai domiciliari) nei confronti altrettanti soggetti, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e occultamento di armi clandestine, minacce, violenza privata, associazione a delinquere finalizzata alla consumazione di una serie di reati di natura contabile o economico-finanziaria strumentali alla realizzazione sistematica di frodi in danno del sistema bancario.

Nello specifico, l’indagine, approfondendo quanto emerso già nell’operazione “Malapianta” dello scorso maggio, ha svelato la perdurante operatività delle cosche di ‘ndrangheta del Crotonese e la loro proiezione in territorio umbro, ove, attraverso stabili collegamenti con la casa madre avevano impiantato un lucroso traffico di stupefacenti, anche con la complicità di trafficanti albanesi, minato, attraverso attività estorsive, la libera concorrenza nella esecuzione di lavori edili, nonché attivandosi a favore di soggetti candidati alle elezioni amministrative locali.

Inoltre, il sodalizio criminale, al quale viene contestato anche la detenzione di armi, aveva inquinato il tessuto economico attraverso la predisposizione di società, spesso intestate a prestanome o soggetti inesistenti, in grado di offrire prodotti illeciti (in primis fatture per operazione inesistenti) a favore di compiacenti imprenditori: Business, quest’ultimo, che ha visto il coinvolgimento anche di soggetti contigui alla ndragheta vibonese e che ha consentito al sodalizio di lucrare cospicui guadagni attraverso sofisticate truffe in danno di diversi istituti di credito e complesse operazioni di riciclaggio del denaro di provenienza delittuosa.

Contestualmente alla esecuzione delle misure cautelari personali, si è proceduto, pertanto, al sequestro di numerose società aventi sede in Umbria, Lazio e Lombardia attraverso le quali l’organizzazione criminale realizzava i citati reati economico finanziari.

Al contempo, con l’operazione, denominata “Core Business”, la Procura distrettuale di Reggio Calabria (Procuratore Aggiunto dr. Giuseppe Lombardo, Sostituti dr.ssa Simona Ferraiuolo e dr. Giovanni Calamita, e dr. Antonio De Bernardo, applicato al procedimento dalla Direzione Nazionale Antimafia), nell’ambito di indagini condotte dalle Squadre Mobili di Reggio Calabria e Perugia, ha dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere, con contestuale decreto di sequestro preventivo, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria nei confronti di 4 soggetti ritenuti responsabili di associazione mafiosa in quanto esponenti di vertice ed appartenenti alla cosca di ‘ndrangheta Commisso di Siderno (RC).

Tra essi figura lo storico leader Cosimo Commisso alias “u quagghia”, scarcerato nello scorso mese di gennaio 2019.

 

Cosimo Commisso ha mantenuto negli anni contatti in Umbria con esponenti di altre organizzazioni ‘ndranghetistiche operanti nella provincia di Crotone (appunto con esponenti della locale di San Leonardo di Cutro, investigati nell’indagine catanzarese), con cui condivideva dinamiche e questioni di carattere associativo e progettava iniziative imprenditoriali comuni.

Tra i destinatari del provvedimento cautelare del G.I.P. di Reggio Calabria dott.ssa Giovanna SERGI figura, con un ruolo di spicco, anche il figlio Francesco, 35 anni, già coinvolto nell’operazione “Crimine”, nel corso della quale era stato individuato come “Capo giovani”.

L’operazione “Core Business” fa luce sugli interessi economici della cosca Commisso e sui rapporti con professionisti e manager, come Giuseppe Minnici, businessman di riferimento dell’organizzazione, soprattutto in Umbria.

 

Il valore complessivo dei beni sottoposti a sequestro nelle operazioni ammonta a circa 10 milioni di euro.

Perugia
12/12/2019 11:17
Redazione
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