"Francesco, il ribelle": un pubblico numerosissimo ha partecipato alla presentazione del nuovo libro di padre Enzo Fortunato direttore dell'ufficio stampa del Sacro Convento di Asssisi, dedicato al Poverello. Ed era gremito in ogni ordine e posto il Salone Papale della Basilica di Assisi che ha salutato la pubblicazione del libro edito da Mondadori, con gli interventi del Card. Gualtiero Bassetti, segretario nazionale della CEI e di Lucia Annunziata, direttore di Hoffington post, per il coordinamento del direttore del Tg1, Andrea Montanari.
Ribelle sotto tanti punti di vista, la figura di Francesco, accostata a più riprese a quella dell'attuale Pontefice ma anche a tanti esempi, pure contemporanei, di chi vuole reagire al diffuso conformismo di non guardare gli ultimi, gli emarginati e soprattutto la via cristiana.
Un quesito ha aleggiato nel corso della serata: come nasce un'ennesima pubblicazione dedicata a Francesco? «La risposta» scrive il cardinale Parolin, che ha curato la prefazione del libro «è che questo lavoro di Enzo Fortunato ha una sua caratterizzazione specifica. Si potrebbe dire che si tratta di una lettura ecclesiale del santo di Assisi. Perché non c’è dubbio sul fatto che Francesco sia anzitutto un uomo di Chiesa, fedele al Papa, e che la Chiesa cattolica si misuri costantemente con l’eredità evangelica del Santo di Assisi».
Come quello di Gesù Cristo, «il sogno di Francesco è insieme il sogno di una modernità nel segno del Vangelo». Una modernità che è l’eterno presente della Parola, incarnata nell’azione, nell’andare per il mondo» - ha invece puntualizzato il Cardinale Bassetti. "L’Italia dei Comuni stava generando una sensibilità nuova ed è all’interno di questa, vivendola appieno ma anche superandola, che Francesco vive la sua esperienza dilagante. Lo dimostrano l’arte e la poesia, che subito gli danno spazio, cominciando da Cimabue-Giotto e da Dante. Persino il linguaggio di Francesco è rivoluzionario: è volto ad annullare gli antagonismi di una società basata sul potere e la forza delle relazioni familiari. Dalle fonti emerge la grande diffidenza del Santo verso espressioni che implicano il predominio o presuppongono uno stato d’inferiorità di talune persone. Francesco aborrisce parole come maestro e magnate ma anche superiore e priore. Come anche abate e abbazia".
Gubbio/Gualdo Tadino
14/03/2018 08:30
Redazione