“Natale significa aprire il cuore a quanti non hanno una casa, un lavoro; a quanti disperano del loro futuro”.
Lo ha detto il vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, durante la celebrazione eucaristica della notte di Natale nella cattedrale di San Rufino. Rivolgendosi ai tanti fedeli presenti, monsignor Sorrentino dopo aver spiegato il significato della parola Betlemme quale “città del pane” ha affermato che “proprio in quel piccolo borgo nei pressi di Gerusalemme è nato colui che offrendo un pezzo di pane avrebbe un giorno detto ‘prendete e mangiate, questo è il mio corpo’. Noi siamo qui a nutrirci di quel corpo del bimbo divino. Lo facciamo – ha precisato - non per commemorare un passato lontano, ma perché di quel bimbo sentiamo la presenza e avvertiamo tutta l’attualità del suo messaggio. Attualità stringente anche dal punto di vista della cronaca. A Betlemme dove Gesù nacque, ancora oggi non c’è pace – ha sottolineato - . Eppure il nome di quel bimbo sarà consigliere mirabile, Dio potente, Padre per sempre, principe della pace. Un re che non fa guerre. Un fatto straordinario per quel tempo. Dopo duemila anni quel bimbo divino rimane un segno di contraddizione che ci intenerisce e insieme fa paura a chi non è capace di avere un cuore di bimbo".