A Foligno l’ombra della camorra

Un’ombra, quella della Camorra, che si allunga su Foligno, città risorta dopo il terremoto. Sono due i titolari di imprese edili che attratti dall’eldorado della ricostruzione dal Casertano avevano scelto di trasferirsi nella città della Quintana, dove avevano creato due imprese edili. Pasquale Magliulo e Mario Zampella sono stati arrestati la notte del 24 gennaio dopo un’operazione dei Carabinieri della sezione operatoria di Aversa che hanno eseguito in contemporanea in 4 regioni ben sedici ordinanze di custodia cautelare. L’accusa, per loro è quella di essere gli estorsori del clan camorristico dei Marano, vicino a quello dei temibili Casalesi. L’azione è scattata in contemporanea oltre che a Foligno a San Marcellino, paese originario del Magliulo, a Frignano e Lusciano (tre città in provincia di Caserta); a Giugliano e Secondigliano (in provincia di Napoli), a Sacile in provincia di Padova e a Taranto. Il primo ad arrivare a Foligno è Pasquale Magliulo, dapprima perseguito per reati inerenti al traffico di droga poi titolare della Magliulo Costruzioni srl –fondata quattro anni fa- con sede legale in via Lazio e successivamente in via Maceratola. L’uomo è stato colto dall’ordinanza nella sua abitazione, proprio in via Maceratola, dove ha sede legale anche un’impresa edile intestata alla moglie e dove l’uomo stava scontando gli arresti domiciliari per un precedente reato. L’ uomo era stato oggetto anche di un’operazione risalente allo scorso anno, eseguita dagli uomini della Polizia al comando del vice questore aggiunto Bruno Antonini, con l’accusa di estorsione aggravata e continuata anche a danno di imprenditori di Foligno. Pure Zampella è stato sorpreso nella sua abitazione; l’uomo era giunto a Foligno dopo Magliulo, esercitando dapprima l’attività di commerciante, di venditore di biancheria e poi di imprenditore edile, costituendo un’impresa con sede in via Carlo Alberto dalla Chiesa dove due mesi fa aveva avviato anche una seconda attività (come nel caso di Magliulo) intestata alla moglie. L’inchiesta avviata nel 2001 ha portato ai due arresti di Foligno dove i casertani avrebbero avuto un ruolo attivo nella frangia degli estorsori dei Marano, in particolare circa un giro di auto rubate a riscatto delle quali era richiesto denaro. I due sarebbero stati gli intermediari incaricati della riscossione. Ai due contestati anche i reati di riciclaggio e ricettazione di auto rubate poiché secondo i Carabinieri le auto non riscattate sarebbero state smontate e rivendute in pezzi.