Giovedi 17 gennaio alle ore 17.00, presso la Chiesa di S.Giuseppe, apre i battenti “Epidermidi”. “Epidermidi” è una mostra fotografica. Un risultato dunque; la sintesi di un progetto cui hanno partecipato alcuni pazienti della 'Casa del giovane' di Piediluco, una comunità terapeutica riabilitativa per la salute mentale, insieme a due infermieri e a Pietro Livi. Ed è un affacciarsi ad un’altra città, un confrontarsi con il mondo esterno che è stato reso possibile grazie alla fattiva e continua collaborazione con l’indirizzo Biologico Sanitario dell’Istituto Sperimentale “M.L.Cassata”, con l’Università dei Falegnami che ha concesso gratuitamente gli spazi espositivi, e con Photo Studio per il supporto tecnico. In realtà “Epidermidi” è stato un lungo, intenso, bellissimo viaggio che non ha guardato da fuori, come freddi e sordi spettatori, alla parola PELLE; ma ha invece ricercato, toccato, scavato, il molteplice significato di questa parola usando la fotografia come denominatore comune e quindi come linguaggio. La pelle è il confine di ciascuno con il resto del mondo; è il luogo dove si depositano segni, siano essi dolci o violenti; ed è anche, per una sorta di processo osmotico, il veicolo di travaso di esperienze dal mondo esterno a quello interiore e viceversa. Ore, se si pensa che pazienti ed operatori erano digiuni di tecnica fotografica, il risultato regala un’intensità particolare. Oltre alle “belle fotografie”, talvolta frutto acerbo del caso o risultato troppo calcolato di una “messa in scena”, traspare qui lo sforzo di far conoscere se stessi ed il proprio percorso. L’entusiasmo, ma anche la voglia di raccontare e raccontarsi ha portato a questi risultati. Ci si potrebbe dilungare non poco su pelle come identità o confine, come strumento di comunicazione e/o di relazione, ma prima di tutto ciò è stato un occhio curioso ed un cuore attento a far sì che l’ordinario e lo straordinario li trovassero sempre attenti a raccontare.