ASL 1. L’Oculistica punta all’eccellenza

La ASL 1 punta a potenziare la dotazione tecnologica dell’oculistica con l’acquisto di due modernissimi apparecchi ad ultrasuoni per gli interventi di cataratta, destinati agli ospedali di Gubbio-Gualdo Tadino e di Umbertide, e di uno strumento di ultima generazione per la chirurgia della retina, che è da poche settimane disponibile all’ospedale di Città di Castello. Puntando sullo sviluppo tecnologico, particolarmente orientato alla chirurgia vitreo-retinica, l’azienda sanitaria si pone il triplice obiettivo di migliorare gli standard nel trattamento delle patologie oculari, aumentare ulteriormente il numero di interventi oculistici, che nel 2010 sono stati circa 1.400, e ridurre contestualmente i tempi di attesa. “Constellation”, questo il suggestivo nome dell’apparecchiatura da poche settimane in funzione all’ospedale di Città di Castello, rappresenta un vero e proprio concentrato di tecnologie innovative che consentirà di fare notevoli progressi in ambito oculistico: lo strumento, infatti, garantisce maggiore controllo e sicurezza durante l’esecuzione delle procedure chirurgiche, per quanto riguarda gli interventi di cataratta e, in particolare, gli interventi di chirurgia sulla retina (distacchi di retina, patologie della macula, retinopatia diabetica), migliorando i risultati, il decorso post-operatorio e il recupero funzionale dei pazienti. “Questo avanzatissimo apparecchio, da poco disponibile all’ospedale di Città di Castello – spiega Giovanni Battista Sbordone, direttore di struttura complessa aziendale di Oculistica della Asl 1 - racchiude tecnologie uniche e innovative che introdurranno nuovi standard nell’ambito della chirurgia oculistica, e in particolare in quella vitreo-retinica , che già affrontiamo nei nostri presidi ospedalieri, grazie anche ad un laser integrato nella macchina”. Dalla sua nomina di direttore nel settembre del 2008, Giovanni Sbordone si è sempre impegnato a portare elementi innovativi nelle tecniche di diagnosi e di chirurgia oculare, cominciando ad eseguire anche una serie di interventi che fino ad allora non erano mai stati affrontati in Alto Chiascio e in Alto Tevere, in materia di trapianto di cornea e di chirurgia della retina.