“Con il nuovo disegno di legge in materia di acque minerali e termali in Umbria intendiamo imprimere una svolta significativa nella gestione di queste importanti risorse naturali, inquadrandole in una complessiva azione di tutela e valorizzazione delle acque e di sviluppo sostenibile del territorio”. Lo ha detto l’assessore all’Ambiente della Regione Umbria, Lamberto Bottini, commentando la recente preadozione da parte della Giunta regionale dell’Umbria del provvedimento che ridisegna il complesso delle norme in materia di “ricerca, coltivazione e utilizzo delle acque minerali naturali, di sorgente e termali”.
La proposta di legge, sulla quale si è aperta la fase di partecipazione, contiene alcune innovazioni riguardanti il pagamento dei diritti annuali (incrementati sulla base del totale delle acque utilizzate per l’imbottigliamento) e le modalità per il rilascio delle concessioni e dei permessi di ricerca.
“Nel definire i 35 articoli che compongono la proposta – ha sottolineato Bottini – abbiamo tenuto conto della necessità di tutelare e valorizzare le risorse idriche e di salvaguardare la competitività del comparto nell’economia regionale. Pure nella limitatezza dei volumi utilizzati per l’imbottigliamento (circa 42 litri/secondo) rispetto a quelli per altri usi (7142 litri/secondo i prelievi autorizzati da corpi idrici sotterranei per uso potabile, industriale o irriguo) – ha aggiunto l’assessore - l’utilizzo dell’acqua minerale non è stata considerata in maniera avulsa rispetto al corretto e complessivo utilizzo della risorsa e degli aspetti naturali, storici, culturali ed economici del territorio. La nuova legge, che abroga tutte le norme regionali vigenti – ha concluso l’assessore - produrrà un notevole snellimento delle procedure e degli adempienti”.
Accanto ai diritti legati all’estensione dell’area di superficie, per quanto riguarda l’importo dei diritti annuali c’è da registrare l’incremento del canone applicato alla quantità di acqua effettivamente utilizzata per le attività di imbottigliamento, in base alla misurazione effettuata da contatori volumetrici appositamente installati.
“Da tempo l’Umbria applica canoni sulle quantità realmente consumate e comprensive anche del volume d’acqua utilizzato per il lavaggio e risciacquo dei contenitori oltre che per l’imbottigliamento. Il disegno di legge – prosegue Bottini - riconferma per il 2008 il costo di 50 euro per ogni ettaro o frazione di ettaro di area accordata in concessione, mentre raddoppia, da 50 centesimi ad un euro a metro cubo o frazione di metro cubo, il diritto sull’acqua minerale o di sorgente effettivamente utilizzata. Tenendo conto dei dati 2006, il prossimo anno – spiega ancora l’assessore - l’introito derivante dai diritti è stato stimato in circa 1milione e mezzo di euro”.
Rispetto alle precedenti disposizioni cresce inoltre la riduzione a favore dei titolari di concessione che utilizzano contenitori di vetro. La quota di acqua imbottigliata in vetro (31 milioni di litri) è pari al 2,8% di quella imbottigliata in contenitori di plastica (mille 100 milioni di litri) e corrisponde a circa il 2,4 per cento del totale dell’acqua utilizzata.
Relativamente alle concessioni per la coltivazione dei giacimenti la durata, proporzionata all’entità degli investimenti, dovrà essere esercitata su un’area possibilmente inferiore ai 200 ettari e dovrà configurarsi in maniera funzionale alla coltivazione e tutela del giacimento. Nel provvedimento di concessione sarà indicata la tipologia della risorsa, l’area e la durata della concessione, la quantità massima estraibile e, ove necessario, il regime dei prelievi su base annuale stagionale o mensile, l’individuazione, delimitazione ed estensione, delle aree di salvaguardia, l’ammontare dei diritti annuali per la superficie e per la quantità di acqua utilizzata e del deposito cauzionale, accanto a eventuali prescrizioni e limitazioni cui si intende subordinare il rilascio della concessione. È inoltre previsto che il titolare della concessione versi in favore della Regione Umbria, a garanzia degli impegni assunti attraverso la concessione ed una specifica convenzione, un deposito cauzionale pari al 10 per cento degli investimenti che intende realizzare, con un tetto massimo di 500mila euro.
La possibilità di effettuare le ricerche è ammessa soltanto nel rispetto delle previsioni del Piano regolatore regionale degli acquedotti e del Piano di tutela delle acque, in fase di approvazione. Il rispetto di tali strumenti di programmazione implica che il rilascio di permessi di ricerca possa avvenire soltanto dopo aver preventivamente accertato, sulla base delle specifiche condizioni dei bacini idrogeologici e idrografici, la compatibilità dei prevedibili prelievi d’acqua minerale rispetto ai preminenti interessi di tutela delle risorse idriche, in particolare di quelle destinate o riservate all’approvvigionamento della rete acquedottistica e di quelle necessarie al mantenimento e miglioramento degli habitat fluviali.
Per ogni acqua minerale, di sorgente o termale, accordata o da accordare in concessione devono inoltre essere individuate specifiche aree di salvaguardia delle acque. Come per le acque destinate al consumo umano – si legge nella relazione introduttiva al disegno di legge - le aree di salvaguardia sono suddivise in zone di tutela assoluta dell’opera di presa (pozzi o sorgenti), zone di rispetto (il territorio circostante pozzi o sorgenti) e zone di protezione (territorio ricadente all’interno del bacino imbrifero o della porzione di bacino idrogeologico interessata o area di ricarica).
In merito alla valorizzazione delle sorgenti di acqua termale, la Regione promuove studi ricerche interventi e iniziative finalizzate per incrementarne la conoscenza, l’utilizzo, la realizzazione di fonti, parchi termali ed iniziative in materia di tempo libero e benessere. Qualora le acque termali fossero calde, il titolare della concessione le potrà utilizzare anche per ricavare energia termica.
La Regione promuove inoltre la realizzazione di interventi di risanamento o conservazione, iniziative di valorizzazione di sorgenti di acque non riconosciute minerali, utilizzate dalle popolazioni locali secondo antichi usi e consuetudini, in particolare di antiche fonti che rivestano interesse storico-architettonico o culturale.
La normativa prevede infine specifiche norme su vigilanza, controlli e sanzioni.
La Regione Umbria vanta una forte tradizione di acque minerali. Accanto ai marchi storici di fine ’800 e della metà del ‘900, negli ultimi venti anni, il settore ha conosciuto un notevole sviluppo per la crescita del consumo di acque oligominerali (a basso contenuto di sali minerali), sia nel mercato delle acque di “primo prezzo” che delle acque a più alto valore aggiunto.
Le concessioni di acqua minerale naturale attualmente vigenti sono 19; la superficie delle aree di concessione è circa 2mila 600 ettari. Negli 11 stabilimenti di Scheggia, Gubbio, Gualdo Tadino, Nocera Umbra, Foligno, Sellano, Cerreto di Spoleto, San Gemini, Acquasparta, Massa Martana, e Orvieto, sono imbottigliate 17 acque minerali naturali.
Complessivamente, negli ultimi anni, la produzione ha raggiunto 1.1 miliardi di litri imbottigliati, circa il 10% del mercato nazionale. Il fatturato del settore nel 2006 è stato di 180 milioni di euro. L’occupazione direttamente impiegata negli stabilimenti di imbottigliamento è di 387 unità.
Le concessioni di acque minerali naturali utilizzate esclusivamente per cure termali sono due la superficie delle aree di concessione è circa 390 ettari. Alle tradizionali Terme di Fontecchio - Città di Castello - si sono aggiunte, da pochi anni, le Terme di S.Felice o Terme Francescane di Spello. Si tratta in entrambi i casi di acque sulfuree fredde, principalmente utilizzate nella cura delle malattie dell’apparato respiratorio. NeL 2006 sono state impiegate negli stabilimenti termali un totale di 75 unità: 55 medici o paramedici, 20 inservienti e altro.
Sono in corso nuove e interessanti ricerche per incrementare le conoscenze delle poche risorse ipotermali presenti sul territorio regionale (terme di Triponzo 26°C; terme di Parrano 29°C) e dell’unica risorsa ipertermale (fonti di Tiberio 48°C).
03/12/2007 08:40
Redazione