Ha preso il via da Città di Castello il tour regionale di presentazione di, “Gavrilo una vita un destino”, il volume di Marco Vinicio Guasticchi edito da Edimond (prefazione di Vincenzo Cerami). Qualche settimana dopo la “prima” ufficiale di Perugia, il “Presidente-scrittore”, ha messo a punto una fitta agenda appuntamenti che nelle prossime settimane si snoderà fra Gubbio, Foligno, Assisi, Cannara, Passignano sul Trasimeno. A Citta’ di Castello, nella suggestiva cornice della Sala degli Specchi del Circolo Tifernate Accademia degli Illuminati, soltanto posti “in piedi” per l’inedita presentazione del romanzo: una vera e propria pièce teatrale che il Circolo Culturale “Luigi Angelini” ha deciso di proporre al pubblico tifernate. Dopo i saluti del presidente dell’associazione culturale Luigi Chieli e del sindaco di Città di Castello, Luciano Bacchetta, in un’atmosfera particolare determinata da una conversazione curata da Massimo Zangarelli e da commenti musicali dei Maestri Vladimiro Vagnetti (oboe) e Paolo Sacconi (pianoforte), l’autore del volune, Marco Vinicio Guasticchi, ha intercalato commenti a brani del libro (con chiari riferimenti anche all’altotevere) a considerazioni sull’attività istituzionale e sociale. Una formula inedita, che si è svolta secondo i più consumati canoni di un vero e proprio spettacolo che ha ricreato, con musica, lettura dei brani del volume, una situazione particolare che è riuscita perfettamente a far calare i presenti in quell’atmosfera del romanzo storico che fa respirare il clima dei primi del Novecento, il clima della prima grande guerra e il periodo fra le due guerre mondiali, ‘con un protagonista inseguito lungo il percorso della sua vita e del suo destino non scelto, ma determinato dalla storia’. “Scrivere, rappresenta per me – ha precisato Guasticchi – un momento importante della mia vita, un modo per fermare il tempo e annotare sensazioni, sentimenti stati d’animo che l’incedere e la frenesia delle giornate di lavoro talvolta rischiano di cancellare in maniera indelebile”. Una storia che inizia con Gavrilo Princip, il rivoluzionario serbo che assassinò a Sarajevo l'arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono dell'Impero austro-ungarico e sua moglie, la contessa Sophie. Un attentato che viene convenzionalmente considerato la scintilla che fece scoppiare la prima guerra mondiale. Da qui, la sorte della vita di Marco, il protagonista del libro di Guasticchi, che fa una scelta da uomo e si arruola volontario, dando inconsapevolmente il via alla grande avventura della sua vita, fatta dal calvario e dalla ferocia della guerra, da rocambolesche fughe, costretto dagli eventi, e dai ritorni nella sua Perugia, dall’‘esilio’ che lo porta in paesi lontani, dalle tante trame che lo conducono in situazioni intricate, anche a contatto con i servizi segreti, e dai tanti pericoli corsi in cammino. Un cammino che attraversa le tragedie della prima grande guerra, la storia che porta alla seconda guerra mondiale, il periodo prefascista e fascista, fino al suo definitivo ritorno, dopo il congedo nel settembre del 1945, a Perugia e in altotevere dove ritrova i genitori ma pochissimi amici: molti sono morti giovanissimi per un ideale o per altri eventi legati alla guerra. “Una generazione cancellata – si legge nel libro - come quel ragazzo che all’inizio dell’estate del 1914 a Sarajevo aveva bruciato la sua giovinezza e quella di milioni di giovani. Un gesto che aveva condannato un’intera generazione”. “Ma come può un giovane – si chiede Marco – essere tanto disperato da gettare la sua vita come aveva fatto Gavrilo Princip: un eroico martire di non so quale nobile causa o semplice pedina di uno sporco gioco più grande di lui?”. Un volume dal sapore di guerra, ma leggero come una piuma, accompagnato dalle grandi emozioni e dalle passioni del protagonista che sa amare con intensità, a partire dalla sua indimenticabile Claudia. “L’approccio è poetico – afferma nella prefazione Vincenzo Cerami – e parte dal principio, shakespeariano, per il quale la storia cambia ma gli uomini rimangono sempre gli stessi. Il romanzo emana nostalgia sogni e tragedie del Novecento: un ritratto bonario dentro l’orizzonte senza luce in cui avvengono i fatti”. Per Cerami “la scrittura in prima persona di Guasticchi è connotativa e quasi cronachistica”.
26/03/2011 09:40
Redazione