Alla vigilia del consiglio regionale di domani che si occuperà, tra gli altri, del tema relativo all'attivazione dell'indirizzo Alberghiero a Gubbio, interviene il prof. Ubaldo Corazzi, presidente del consiglio di Istituto dell'IIS Gattpone di Gubbio, nonchè ex sindaco della città dei Ceri.
"Ha dell’incredibile e meriterebbe miglior causa l’accanimento di alcuni consiglieri regionali, tra cui manifestano particolare zelo gli altotiberini, contro la realizzazione di un’aspettativa annosa della comunità eugubina che ha trovato ascolto nella seduta della terza Commissione Consiliare regionale svoltasi dopo la nutrita partecipazione della scuole e Istituti della Provincia. I consiglieri regionali Buconi, Mariotti, Dottorini e Stufara non sembrano rassegnarsi all’idea che a Gubbio possa avviarsi un’iniziativa formativa utile al comprensorio eugubino-gualdese e all’entroterra marchigiano che da Gubbio a Fano lungo l’asse viario della Flaminia non vede attivo alcun indirizzo alberghiero. Occorre raggiungere la città di Pesaro per trovare un indirizzo “alberghiero” una cui sezione distaccata è attiva a Piobbico. Risulta del tutto priva di fondamento, ed usata strumentalmente in chiave antieugubina, l’affermazione dell’assessore Alcherigi di Città di Castello intervenuto nel corso dell’audizione, secondo cui una sezione di alberghiero sarebbe attiva a Cagli. Non esito a definire furbesca tale affermazione vista la vicinanza tra Gubbio e Cagli.
Dunque i sopracitati Consiglieri hanno presentato un emendamento volto a confermare le scelte della Giunta regionale, in realtà volendo affossare solo il corso di studi richiesto da Gubbio e dico Gubbio poichè la richiesta, pur avanzata formalmente da un Istituto scolastico, interpreta le aspettative di un’ampia comunità e di un’area vasta interregionale cui facevo sopra riferimento. Un analogo emendamento con il medesimo obiettivo è stato presentato dai consiglieri Cirignoni, Lignani e Zaffini. Ma quali argomenti portano consiglieri di centrosinistra contro l’accoglimento della nostra richiesta? Per prima cosa esso altererebbe “l’equilibrio del sistema di offerta formativa regionale..visto che un indirizzo analogo opera a Città di Castello che negli ultimi anni si è motivatamente e responsabilmente costruito…( che vuol dire?) …frantuma eccessivamente gli indirizzi rischiando di mettere in discussione la qualità dei contenuti…..e (mazzata finale)…non risponde ad esigenze comprovate del mercato del lavoro umbro”.
L’ emendamento di centrodestra si appella alla sovranità consiliare, invoca il rispetto dei territori e chiede una verifica tecnica sulla struttura che dovrebbe ospitare il corso.
Mi permetto di rispondere molto sinteticamente per punti:
1. in pratica si afferma che per i secoli futuri, visto che l’indirizzo in questione funziona a Città di Castello, oltretutto molto… “responsabilmente”, nessun altro territorio può permettersi di chiederlo. In pratica si afferma che Gubbio deve continuare a mandare i suoi cinque alunni l’anno in altotevere con cui ci collega una corsa di autobus al dì (che bellezza! Scommetto che se i firmatari dell’emendamento vivessero a Gubbio e dovessero mandare un loro figlio quattordicenne a Città di Castello con sveglia alle 5.30 di mattino cambierebbero idea). Ci dovremmo chiedere invece quanti alunni in più avrebbe un simile indirizzo a Gubbio, oggi che alcuni indirizzi storici appaiono sclerotizzati e in chiara sofferenza di iscrizioni.
2. La qualità dei contenuti non dipende dal numero delle sedi scolastiche, ma dalla cultura, dalla competenza, dalla passione di chi dirige e insegna, dovunque sia la sede. Nel villaggio piccolo che è diventato il mondo l’unico timore che debbono avere le istituzioni formative è lo scadimento della qualità della formazione, non la concorrenza dei luoghi.
3. Quanto alle comprovate esigenze del mercato del lavoro umbro vorrei sapere se c’è qualcuno al mondo che sappia stabilire una correlazione non teorica e virtuale tra domanda e offerta del lavoro. Molto empiricamente so che se un nostro figlio si recasse, magari per un periodo di tempo, a Londra, dove pare che ci siano circa 1200 ristoranti italiani, sprovvisto di ogni competenza professionale,farebbe il lavapiatti, diversamente potrebbe ambire a qualcosa di meglio. Questo per dire che il riferimento al mercato del lavoro non può essere locale e neanche regionale.
4. La sovranità consiliare non è intaccata dalla partecipazione, ma ne viene esaltata; e le audizioni che si fanno a fare? Anche noi siamo per il rispetto dei territori, ma di tutti i territori e non solo di alcuni. Quanto alla verifica tecnica, auspichiamo che sia fatta in tempi brevissimi; certo che la sede prestigiosa individuata sarebbe una sede modello anche per il rispetto di ogni normativa. Ad ogni modo Gubbio sarebbe la prima città alla quale si chiederebbe la disponibilità di una sede idonea prima ancora della concessione formale dell’attivazione di un corso.
Qualche riflessione finale. Sono rimasto molto deluso dall’intervento di Ivana Barbacci (Cisl) dalla quale mi sarei aspettato un intervento forte sul rischio molto concreto di contrazione di posti di lavoro che gli accorpamenti producono; li fanno anche per questo. Lo stesso dovrebbe fare Mariotti, se non ha dimenticato la sua storia.
Quanto alla nostra richiesta voglio dire che abbiamo un progetto ambizioso sul nuovo indirizzo a Gubbio, città che nella formazione ha una storia nobile. Vogliamo portare la nuova esperienza formativa a competere nel mondo, non con Città di Castello o con Assisi; non varrebbe la pena accettare una scommessa tanto difficile, quanto esaltante, senza guardare lontano. I sottosistemi territoriali che compongono il mosaico umbro debbono poter esprimersi; le programmazioni rigide alla lunga non hanno mai funzionato. E soprattutto le città dell’Umbria, popolosa come un quartiere di una metropoli, devono considerarsi alleate, non concorrenti. Chiediamo ai Consiglieri Regionali di permetterci di provare; glielo chiediamo con decisione, ma in maniera civile sapendo che genti così diverse come quelle dell’Umbria possono stare insieme solo con la civiltà dei comportamenti, con mediazioni onorevoli. Ricordavo nell’audizione che il nostro comprensorio ha dato prova, anche nel recente passato, di grande senso di responsabilità accorpando i due ospedali e, prima ancora, i due tribunali. Non mi risulta che ciò sia avvenuto dappertutto.
Ho fatto un doveroso riferimento alla capacità innovativa della scuola eugubina, la cui esperienza più conosciuta, rimasta unica in Italia, è stato l’indirizzo biologico-santario, costruito sull’integrazione tra Scuola dello Stato, Formazione professionale regionale, USL Alto Chiascio e Università degli studi di Perugia. Quell’indirizzo è stato un riferimento nazionale ed ha diplomato centinaia di studenti, non solo umbri, dando un contributo da tutti apprezzato alla formazione infermieristica. Malgrado ciò, quando nel 2001 la formazione infermieristica venne affidata ai corsi triennali universitari, ci saremmo aspettati che oltre alle sedi Universitarie di Perugia e Terni il primo luogo deputato ad accogliere un corso triennale fosse Gubbio, invece la regione scelse, in maniera per niente meritocratica, Città di Castello. I sindacati non protestarono, nessuno presentò emendamenti.
Gubbio/Gualdo Tadino
17/12/2013 09:25
Redazione