La crisi economica che nel comprensorio dell'Altotevere fa suonare campanelli d'allarmi e crea preoccupazione per la sopravvivenza di interi settori e per la tenuta occupazionale, vista dallo scranno della presidente della Regione Lorenzetti, non è tale da legittimare uno sguardo diverso da quello che si rivolge ad altri territori. Chi pensava che dal confronto di ieri pomeriggio a Villa Montesca sulla linee programmatiche del mandato bis della Lorenzetti arrivassero porte aperte alle istanze di maggior considerazione rispetto a zone più assistite è rimasto deluso.L'esigenza che la Lorenzetti ha mostrato di condividere è stata sostanzialmente quella di una revisione degli strumenti e della logica di azione del Patto per lo Sviluppo, improntata al rafforzamento di "un'Umbria policentrica che sappia fare sistema superando le oscillazioni tra localismo e centrismo". "Abbiamo davanti sfide inedite e tempi duri- ha riconosciuto la Lorenzetti- ma c'è l'esigenza di leggere tutti i dati che riguardano un territorio e questi dati dicono che in Altotevere non c'è declino. Per questo non dobbiamo fare allarmismo, ma studiare insieme interventi mirati su settori specifici, nella consapevolezza che questo territorio ha avuto in passato risorse importanti dai programmi di sostegno comunitari ed altre ne avrà dai bandi integrati, ma soprattutto che adesso ci sono meno risorse per tutti".Le infrastrutture altotiberine sono state poco più che una postilla al discorso. "Sulla E/78 siamo impegnati in una full immersion di verifiche con Anas e Bonifica per chiudere al più presto, mentre per la Fcu rinnoviamo l'obiettivo dello sfondamento a nord. Per la E/45 c'è qualche differenza di vedute, in presenza, da una parte, dell'opportunità di costruire il terzo corridoio autostradale italiano, dall'altra dei rischi che ci potrebbero essere se non saremo in grado di governare insieme questo passaggio".