Bankitalia: nel 2012 contrazione economica in Umbria più pesante

"Nel 2012 la contrazione dell'attivita' economica, iniziata nella seconda meta' del 2011, si e' fatta piu' profonda". E' una fotografia con tante ombre e poche luci quella scattata da Bankitalia sull'Umbria e presentata nel rapporto annuale sull'economia regionale, oggi a Perugia dal direttore della filiale Antonio Carrubba. Tradotto in numeri il calo del Pil nel 2012 e' stato del 2,1% (secondo stime Prometeia). Lievemente meglio del -2,4% dell'Italia, ma se ampliano gli orizzonti e si guarda al periodo 2007-2012 l'economia regionale e' calata del 9,1% a fronte di un -7% di quella nazionale e -6,6% del Centro Italia. E il 2013 potrebbe far registrare segnali di ripresa solo negli ultimi mesi. "Le previsioni per l'anno in corso - afferma Bankitalia - prefigurano il proseguimento della fase di debolezza congiunturale; il calo dell'attivita' dovrebbe comunque arrestarsi negli ultimi mesi dell'anno". Ma questo si verifichera' "solo se - dice Carrubba - si verificheranno alcune condizioni, come lo sblocco effettivo dei crediti verso le imprese della pubblica amministrazione o la ripresa del mercato interno". Dall'indagine condotta tra le imprese, il saldo tra quelle che dichiarano crescita del fatturato e quelle che dichiarano calo e' negativo del 25 per cento (nel 2011 era +30 per cento). Se la prima fase della crisi aveva fatto salvi alcuni settori, come il Terziario, il crollo del 2012 e' stato generalizzato. Male anche il turismo: -1,6 per cento degli arrivi e -5,3 per cento dei turisti italiani. Crescono quelli stranieri ma spendono l'1,6 per cento in meno. Le peggiori performance nell'edilizia. Nel 2012 il settore edile e' calato in valore aggiunto del 6,3 per cento, circa lo stesso calo registrato tra 2007 e 2011. Unica nota positiva nel quadro generale viene dall'export. Le esportazioni a prezzi correnti sono cresciute del 7,6 per cento. Durissimi i riflessi della situazione sul mercato del lavoro. Nel 2012 l'occupazione in Umbria e' scesa dell'1,4 per cento rispetto al 2011, con il tasso di disoccupazione balzato al 9,8 per cento. Tra i giovani (15-34 anni) il tasso di occupazione e' sceso dal 51,7 al 49,5 per cento con un tasso di disoccupazione al 18,7. Il credito, infine, si e' ridotto dello 0,9 per cento rispetto al 2011 e peggiora anche la sua qualita': il flusso di nuove sofferenze in rapporto ai prestiti si e' portato al 3,4 per cento.