-Il count-down è già iniziato. Sarà che il calendario ha regalato un perfetto dejà-vu con l’anno passato (esordio romano vs Napoli, Schio fuori e prima interna vs Parma n.d.r.), sarà che ormai gli sportivi hanno imparato ad amare la squadra ed il loro coach, sarà l’inebriante profumo della seria A… sarà ma ad Umbertide è facilmente verificabile l’attesa per conoscere la nuova Liomatic, con l’alba della prossima stagione fissata da coach Serventi per il 17 di agosto. Quella che si presenterà ai nastri di partenza del nuovo massimo campionato è una Liomatic molto giovane e quasi totalmente cambiata, figlia di una precisa scelta societaria nonché della programmazione ed una lungimiranza tanto cara al suo confermatissimo coach. Proprio a “Lollo” Serventi abbiamo chiesto di fare il punto sulla propria squadra con uno sguardo al torneo che sta per iniziare e l’allenatore reggiano si è mostrato come sempre già carico ed assorbito da questa nuova avventura.
- Coach, sei soddisfatto della nuova Liomatic?
-“ Si, sono molto contento degli acquisti fatti dalla società -commenta Serventi- e del gruppo che andrò ad allenare. Certo, non nego di essere piuttosto amareggiato perché, a roster ormai completati, è stato cambiato ulteriormente il format del campionato (da 14 a 12 squadre n.d.r.) ed è chiarissimo che con la lotta per non retrocedere che coinvolge una squadra su tre non sarà assolutamente facile per noi, tutto diventa inevitabilmente più complicato”.
- C’è una giocatrice in particolare che avresti voluto e non è arrivata?
-“ No, soprattutto a 14 squadre no. Ero e rimango comunque felicissimo delle nostre scelte, del nostro progetto -evidenzia il coach- la campagna acquisti che abbiamo condotto è senz’altro futuribile ed il lavoro che si prospetta assai stimolante. La precedente formula ci permetteva di avere qualche preoccupazione in meno, il gruppo poteva pianificare 2-3 anni di lavoro maturando gradualmente e senza particolari assilli. Ovviamente -continua Serventi- chi mi conosce sa che non amo piangermi addosso. Mi piacerebbe soltanto avere lo stesso tempo per costruire qualcosa di buono perché quella che ci prepariamo ad affrontare è diventata una prova veramente tosta. La gioventù va protetta e non mandata allo sbaraglio; ecco perché, in modo particolare da parte di chi ci segue, c’è bisogno della massima comprensione e consapevolezza di tutto questo, iniziamo una sfida che si può vincere solo con la massima coesione”.
- Come sarà secondo te la prossima serie A1?
-“ Partiamo dal fatto che Taranto, Schio e Venezia sono “illegali”, fuori portata. Le altre compagini sono tutte esperte e solide, sarà un torneo caratterizzato dal grande equilibrio che la riduzione delle squadre si porta inevitabilmente in dote. Io -continua- sono contento ed orgoglioso di allenare le mie ragazze ma, per quanto detto finora, siamo il gruppo più giovane ed inesperto esposto a nuovi, imprevedibili rischi. Il nostro programma rimane senza dubbio valido; siamo gli unici in un momento particolare come questo a proporre il famoso “ricambio generazionale” del quale il nostro movimento ha così bisogno, diamo a tante giovani non solo di nostra proprietà (Rossi, Cinili, Gorini, Consolini, Giorgi..) l’opportunità di recitare un ruolo da protagonista nella massima serie. Mi sarei aspettato, e lo dico senza alcuna polemica, maggior tutela per chi accetta un rischio come il nostro. Onestamente siamo un po’ penalizzati da questa situazione”.
- Cosa ti ha lasciato la recente esperienza europea con la nazionale Under-20?
-“ E’ stato un’evento sicuramente affascinante che mi ha arricchito sotto diversi punti di vista. Innanzitutto ho avuto modo di lavorare con una persona molto competente e dall’estrema umanità come Nino Molino che ringrazio pubblicamente per l’opportunità che mi ha concesso. Credo infatti -continua Serventi- che allenatori con le sue qualità facciano bene al nostro mondo e non capisco come Nino possa essere ancora senza panchina; questo mi dispiace molto. In secondo luogo tengo a sottolineare l’onore e l’emozione che mi ha dato la maglia azzurra, è qualcosa di unico che solo poche cose possono trasmetterti. Ho avuto inoltre la possibilità -conclude Serventi- di vedere all’opera da vicino le grandi scuole europee del nostro sport con tutti i loro talenti, sfidarle alla pari e senza timori pur con il rammarico di non aver raccolto secondo me quanto la nostra selezione meritava. Sono comunque felicissimo, è un’esperienza che rifarei immediatamente”.
- Ti senti di promettere qualcosa all’appassionato pubblico della Liomatic?
-“ Come si dice dalle parti di Umbertide, “bisogna stare attenti a non vendere illusioni”, ed io, che di professione faccio l’allenatore e non il mago, non ho alcuna difficoltà in questo senso. Quello che mi sento di promettere -evidenzia il coach- è come al solito il mio credo fatto di tantissimo lavoro unito ad una certa qualità, un gruppo di professioniste che mi segue ed ha voglia di crescere, capace sempre di dare il 110% a partire dal primo allenamento per arrivare alla sfida domenicale. Non possiamo assolutamente prescindere da questo se vogliamo raggiungere i nostri obiettivi, la coesione e lo spirito di sacrificio devono essere parte integrante della mia squadra. La speranza è invece -conclude “Lollo”- che il meraviglioso pubblico di Umbertide continui a starci vicino come e più di quanto fatto in passato, abbiamo bisogno del loro calore e del grande entusiasmo che contagia tutto l’ambiente per riuscire a vincere la difficilissima competizione con la nuova serie A1”.
Quello che sta per iniziare è quindi l’anno zero della nostra Pallacanestro al femminile. Le note difficoltà contingenti regalano agli appassionati una massima serie versione “light”, come mai lo è stata nella sua storia recente. Per questo si era dapprima deciso, a ragione anziché no, di ridurre le retrocessioni privilegiando l’allargamento dei play-off e dare così la possibilità a molti club di programmare con più tranquillità questo particolare momento. Bene. Successivamente il doloroso forfait delle neo-promosse Cavezzo e Pontedera ha rimesso tutto in discussione portando, purtroppo senza scelta, il torneo alle attuali 12 squadre. Quello che però risulta scarsamente comprensibile è il mantenimento, non tanto della retrocessione, ma della formula play-out che prevede siano ancora 4 squadre (il 33% del lotto) a giocarsi la permanenza nella massima serie, in totale contrasto con gli intendimenti primari. Un personaggio molto più importante di me, purtroppo recentemente scomparso, firmava in un noto quotidiano rosa la rubrica “FATEMI CAPIRE”. In questo contesto, e con le premesse che l’hanno accompagnato, quel titolo appare oggi ben più di un eufemismo.
Da A.S. Umbertide
Città di Castello/Umbertide
01/08/2009 12:15
Redazione