Sono iniziati ieri mattina i lavori di allestimento della XXIV Biennale di Scultura di Gubbio, la cui apertura ufficiale è stata fissata per sabato prossimo a Palazzo Pretorio. Un'operazione che ha bloccato per un po' il centro cittadino, almeno per il tempo necessario allo scarico delle opere d'arte, iniziato alle 12 in punto. Ieri è toccato alle sculture di Giuseppe Spagnulo, a cui la Biennale dedica quest'anno una personale. Le 8 grandi creazioni del maestro di scultura contemporanea - formatosi nella bottega ceramica del padre, maturato in quella di Faenza e assistente di Arnaldo Pomodoro, nel cui laboratorio ha scoperto la lavorazione del ferro - sono state collocale in piazza Quaranta Martiri e, passando per piazza Bosone, anche lungo il greto del Camignano. Proprio via del Camignano, insieme a Largo Migliorati è stata infatti chiusa al traffico, con i vigili urbani impegnati a deviare le auto verso via dei consoli per impedire l'ingorgo. Lo sforzo maggiore si è avuto per consentire l'ingresso, nel labirinto stretto di San Martino, degli autoarticolati della Tracem, carichi delle opere da collocare lungo il torrente cittadino. L'omaggio a Giuseppe Spagnulo e la valorizzazione dei giovani artisti delle accademie di Belle Arti italiane ed europee costituisce una delle tre sezioni della XXIV Biennale. Le altre due sezioni sono dedicate una al Museo della scultura contemporanea, e l'altra alla collezione e alle nuove presenze 2006. Il museo raccoglie ogni anno opere per luoghi all'aperto esposti al Parco Ranghiasci e per spazi al chiuso (in attesa di una sede definitiva, in questa occasione nel Palazzo Ducale, Arconi del Palazzo dei Consoli, Palazzo Pretorio, Palazzo del Turismo). L'esposizione al "chiuso" comprende la collezione comunale delle opere acquisite nella passate edizioni delle Biennali, e quelle dell'edizione attuale. Nel Parco Ranghiasci si possono ammirare le opere, collocate precedentemente, di Toni Bellucci, Chiara Boniardi, Alessandra Bonoli, Lucilla Catania, Paul Klerr, Igino Legnaghi, Teodosio Magnoni, Eliseo Mattiacci, Giuseppe Spagnulo e ora anche quelle di Riccardo Cordero, Paolo Gallerani, Massimo Ghiotti, Julio Le Parc, Cloti Ricciardi, Rita Siragusa, Stefano Soddu, Mauro Staccioli e Maria Luisa Tadei. Poiché negli ultimi decenni il concetto di "scultura" si è molto diversificato, il Museo di Gubbio vuole dare testimonianza delle varie forme di esecuzione, fino a quella "estrema" dell'uso del "corpo", dello stesso artista o di modelli, come "scultura vivente", per cui quest'anno si assisterà alle performances di Tomaso Binga, Myriam Laplante, Isabella Pers, realizzate durante l'inaugurazione, per poi essere "fissate" con la fotografia e così, "museificate". Per quento riguarda invece la personale di Spagnulo, oltre alle 8 grandi opere in ferro, collocate negli spazi medievali della città, negli Arconi del Palazzo dei Consoli verranno esposte le opere di più modeste dimensioni e quelle in terracotta. L.M.
06/07/2006 08:39
Redazione