Un'analisi dettagliata ed approfondita dell'Istat relativa ai recentissimi dati demografici delle regioni italiane, mette in evidenza un aspetto preoccupante e fortemente negativo: un progressivo declino dell’Umbria.
A rilevarlo in una nota l'ex segretario regionale di Cgil, Mario Bravi.
"Diminuisce il numero degli abitanti. L’Istat sottolinea che a gennaio 2016 i residenti nella nostra regione risultano essere 891mila, di cui 793mila italiani e 98mila stranieri. Il calo dei residenti rispetto allo stesso periodo del 2015 registra quindi un –4mila persone, un dato quasi doppio rispetto a quello nazionale, corrispondente al 2,7 per mille.
La diminuzione degli abitanti, che si èra verificata anche nel 2015 rispetto al 2014, è dovuta a più fattori, tra i quali c’è anche l’aumento della mortalità. Infatti, nella nostra regione, già nel 2015 c'erano stati 10.930 morti rispetto ai 9.097 dell'anno precedente. In questa tristissima classifica l’Umbria con un +10,3% si colloca al 4° posto in Italia per aumento dei decessi.
L'aspettativa di vita, notoriamente alta in Umbria, vede una riduzione in un anno dello 0,3% e colloca la sua durata a 80,6 anni per i maschi e a 85,2 per le donne.
Non solo sono aumentati i decessi e si è ridotta, anche se di poco, la speranza di vita, ma sono ulteriormente diminuite le nascite in una regione che ha un indice di fecondità pari a 1,26 (per le donne italiane 1,19, per quelle straniere 1,83) inferiore alla media nazionale che è pari a 1,39.
La popolazione over 65 anni è al 24,8% con un indice di vecchiaia pari a 192,3 contro una media nazionale pari a 161,1.
In sintesi se l’Italia se la passa male, l’Umbria sta messa molto peggio.
La riduzione degli abitanti, l’aumento della mortalità, il calo delle nascite costituiscono grandi campanelli d’allarme e anche questi dati sono una ulteriore conferma che la situazione economica e sociale è molto grave e che sta progressivamente peggiorando. Altro che fuoriuscita dalla crisi!
In questo contesto la politica umbra non può continuare a gingillarsi in un continuo scontro di potere tutto interno alle classi dirigenti che ormai non si stanno più rendendo conto di quello che succede realmente nella società regionale.
Lo abbiamo ripetuto ormai tante, troppe volte e continueremo a farlo con ostinazione e fermezza: in Umbria serve un serio ed urgente progetto di crescita e di sviluppo finalizzando investimenti pubblici e privati alla realizzazione innanzitutto di un innovativo Piano del Lavoro".
Perugia
07/03/2016 14:21
Redazione