Oltre cinquecento persone hanno affollato l'Auditorium di Sant'Antonio per ascoltare Vittorio Sgarbi parlare di arte e di Burri. Il noto critico d'arte, invitato a Città di Castello da Andrea Lignani Marchesani non si è limitato a parlare del grande artista dell'Informale materico, ma è rimasto affascinato da un altro capolavoro tifernate: la tavola della Madonna delle Grazie che è stata selezionata per l'Expo. Dopo la visita pomeridiana al Duomo e al Museo diocesano, in tarda serata, accompagnato da Lignani Marchesani, il noto critico d'arte ha visitato anche il Santuario della Madonna delle Grazie, nel rione di San Giacomo. Qui, scoperta eccezionalmente per il critico l'opera di età rinascimentale e realizzata per mano di Giovanni di Piamonte, Sgarbi l'ha subito voluta come protagonista nel padiglione d'arte italiana all'Expo di Milano. Dopo la festa che viene celebrata a fine agosto, dunque, la preziosa Madonna delle Grazie partirà, il primo settembre, per Milano. “Un risultato importante – dice Lignani Marchesani . Che conferma l'ottimo risultato di partecipazione all'iniziativa “Alberto Burri-La coerenza dell'uomo, l'eccellenza dell'artista, un esempio per il futuro dell'Umbria”. “Per quello che possiede Città di Castello dovrebbe essere la prima città italiana per arte contemporanea visto che contiene tutta l'opera di Burri” ha detto Sgarbi dopo che Lignani Marchesani, aprendo l'evento, ha sottolineato come Palazzo Vitelli “non debba diventare un centro di documentazione d'arte contemporanea, ma centro di arte contemporanea”. “La documentazione serve solo per gli addetti ai lavori- ha spiegato il candidato di Fratelli d'Italia – noi abbiamo una leadership indiscussa sull'arte moderna per via di Burri, ma il Centro d'arte lo hanno realizzato a Foligno”. Il professor Alessandro Borghi consigliere dell’Associazione Palazzo Vitelli a Sant'Egidio, introducendo il convegno ha spiegato gli obiettivi dell'incontro: “Fornire nuovi punti di vista su Alberto Burri, artista scandalosamente d'avanguardia”. Sgarbi, che ha parlato per oltre un'ora e mezzo, ha spiegato il connubio tra religione ed arte, partendo da Rinascimento valtiberino, con Piero della Francesca per arrivare a raccontare l'arte di Burri. “L'arte di questo artista – ha spiegato – nasce dalle macerie della seconda guerra mondiale. Burri rappresenta la condizione umana”. Ha definito il “Grande Cretto” come un memoriale. “Burri aveva pensato – ha aggiunto - in questa condizione di crisi che sta attraversando l'arte, di costruirsi un monumento negli Essiccatoi, che sono il più grande museo di arte contemporanea d'Europa. Non solo, ma ha vincolato i suoi lavori agli Essiccatoi, e chiunque entra e vede la sua arte contemporanea non può non sentire Dio, un Dio mistico che accompagna chiunque osservi le opere di Burri. Questo è Burri e questo ha dato a Città di Castello, sinceramente non so che faccia la fondazione, ma credo che in questa città dovrebbe realizzare una mostra ogni anno in rapporto il pittore tifernate con un grande artista straniero: Burri e Picasso, Burri e Pollock, Burri e Kandinskij. Burri è uno dei pittori internazionali e universalmente riconosciuto».
Città di Castello/Umbertide
25/05/2015 11:03
Redazione