C. Castello. Bimbo di 3 anni rischia di annegare, si è aperto il processo

Lesioni personali gravi per sindrome da annegamento è il reato di cui devono rispondere alcuni dipendenti della piscina comunale tifernate, accusati dai genitori di un bambino che alcuni anni fa rischiò di annegare. Il processo si è aperto questa mattina presso il Tribunale di Città di Castello, davanti al Giudice Alberta Balloni e al Pubblico Ministero Stefania Vincentelli. I fatti risalgono al luglio 2002 quando all’interno della piscina tifernate, un bambino di appena tre anni che stava nuotando all’interno della vasca riservata ai bimbi, ha iniziato ad ingerire acqua, rischiando di annegare. I medici intervenuti effettuarono una prima diagnosi di sindrome di annegamento con uno stato di pre-coma e lo ricoverarono in ospedale. Degenza durata pochi giorni, visto che nel frattempo il bambino si era ripreso dallo shoc. All’udienza di questa mattina i genitori si sono costituiti parte civile con l’Avv. Pacciarini. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Fabrizio Mastrangeli, Lorenzo Rossi e Massimo Nardini. Il processo è stato rinviato all’udienza del 28 novembre prossimo, quando saranno ascoltati 32 testimoni.