Si è chiuso un anno importante per la Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri che ha visto i musei dedicati al maestro tifernate godere di un rinnovato interesse da parte del pubblico che ha affollato ininterrottamente le sale delle due sedi espositive, a Palazzo Albizzini e agli Ex Seccatoi del Tabacco. Quasi trentamila, 29.082 per l’esattezza, sono stati i visitatori che sono entrati nei musei per conoscere da vicino, scoprire o riscoprire l’arte di Alberto Burri. Un record di presenze, superato solamente nell’anno del Centenario del Maestro, il 2015, quando se ne contarono circa 32mila. Il 2022 è iniziato con la riconferma alla guida della Fondazione del professore Bruno Corà, affiancato nel comitato esecutivo da Tiziano Sarteanesi e Stefano Valeri. Dopo le importanti limitazioni dettate dalla normativa antiCovid che ha segnato in generale il mondo dell’arte e della cultura nei due anni precedenti, ma che hanno visto un seppur minore sempre costante numero di visitatori, a fare da traino all’aumento delle presenze nelle sedi espositive è stata, sicuramente, la riapertura, dopo due anni di chiusura, degli Ex Seccatoi del Tabacco avvenuta in occasione dell’anniversario della nascita di Alberto Burri, il 12 marzo. Già storicamente importanti per la loro storia, il loro legame con la città e per le opere ospitate negli Ex Seccatoi del Tabacco, la sede museale di Rignaldello, nel Sud-Est della città, ha raggiunto il suo apice grazie ad un attento lavoro di musealizzazione voluto e realizzato dalla Fondazione Burri sotto l’attenta guida dell’architetto Tiziano Sarteanesi, coordinatore generale del progetto e dei lavori, e della sua equipe tecnica. “Un ambiente nato non per essere un museo, finalmente rientra in una musealizzazione moderna e riconosciuta. – ha dichiarato il presidente Bruno Corà in occasione della riapertura - Una sede come questa, dà orgoglio alla Fondazione e ci permette di poter dialogare con tutti i più grandi musei del mondo. Sono veramente pochissimi i musei d'artista, cioè dedicati ad un solo artista, di tali dimensioni e Città di Castello può vantare un percorso museale che inizia da Palazzo Albizzini che non teme paragoni con nessuno. Ogni volta che percorriamo le sale degli Ex Seccatoi del Tabacco è una nuova emozione: emozione dettata della capacità titanica dell'artista alla quale non ci si abitua mai. Osservare le opere di Burri all’interno di questa sede espositiva lascia sempre stupore e meraviglia. E’ questo un patrimonio che ci invidia il mondo intero”. Con grande soddisfazione la Fondazione consentìe, per due domeniche, l’ingresso gratuito alla sede espositiva riscuotendo un successo quasi inaspettato: circa mille persone affollarono i capannoni, moltissimi i tifernati che non hanno voluto perdere l’occasione per ammirare il restyling e tornare a godere dell’arte di Burri. Riscoprire sì, ma anche scoprire entrandovi per la prima volta e da marzo ad oggi sono stati tantissimi i tifernati che, finalmente, hanno varcato l’ingresso delle sedi espositive uscendone con stupore e meraviglia. Ad aprile nell’area espositiva degli Ex Seccatoi del Tabacco è stata inaugurata la mostra “La Luce del Nero” che, per la sua unicità, ha richiamato oltre 16mila visitatori da tutta Italia. La mostra, realizzata da Atlante Servizi Culturali e Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri nell’ambito del programma Europa Creativa con il progetto “Beam Up” (Blind Engagement in Accessible Museum Project) e con la partecipazione del Museo di Arte Contemporanea di Zagabria e The Glucksman, di Cork (Irlanda), ha affrontato in chiave internazionale e inclusiva il tema dell’accessibilità dell’arte contemporanea per il pubblico con disabilità visiva. Curata dal presidente della Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, Bruno Corà, la mostra offriva la possibilità, estremamente rara, di poter interagire direttamente con le opere esposte, quelle dei grandi artisti del 1900 che hanno affrontato lo studio del “colore non colore”, il nero: insieme a Burri erano esposte opere di Agnetti, Bassiri, Bendini, Castellani, Fontana, Hartung, Kounellis, Lo Savio, Morris, Nevelson, Nunzio, Parmigiani, Schifano, Soulages e Tàpies. L’elemento aggiuntivo che ha caratterizzato la mostra è stata la possibilità di toccare i modelli tiflodidattici delle opere, riprodotte fedelmente in scala, poste a fianco delle originali. Fondamentale è stata la partecipazione di Nadia Bredice e Deborah Trementozzi, entrambe non vedenti, che hanno collaborato alla realizzazione della mostra in collaborazione con la Fondazione Burri e Atlante Servizi Culturali e, in questi mesi, hanno accompagnato circa duecento visitatori, vedenti e non, in un percorso emozionante e unico. Il nome di Alberto Burri in questi dodici mesi è stato legato ad importanti manifestazioni culturali ed esposizioni dedicate ai grandi maestri del '900 realizzate in varie città italiane e non, sempre con la collaborazione della Fondazione. Riviste di settore, i maggiori quotidiani e trasmissioni televisive hanno dedicato importanti spazi ad Alberto Burri e alle sue sedi espositive. La redazione del celebre programma di Fabio Fazio, “Che tempo che fa”, in onda la domenica alle ore 20 su Rai3, dopo aver “ospitato” le opere di Lucio Fontana nell’edizione passata, ha scelto proprio quelle di Burri come scenografia del programma che quest’anno celebra la sua ventesima edizione. Da domenica 9 ottobre, fino alla fine della stagione televisiva del programma, a maggio, le opere di Burri “arrederanno” gli studi televisivi del programma e, viste le prime puntute, i complimenti e le richieste di informazione sull’artista aumentano vertiginosamente. La Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri ha condiviso la scelta della trasmissione per l’importanza che essa ricopre nel palinsesto nazionale e per la continuità ed il protrarsi nell’arco della stagione televisiva. Dopo un anno così importante il lavoro della Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri prosegue con ottimismo: già numerose sono le iniziative in programma per il 2023.
Città di Castello/Umbertide
04/01/2023 11:21
Redazione