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C.Castello: si è chiuso il 39mo Festival delle Nazioni, grande successo

C.Castello: si è chiuso il 39mo Festival delle Nazioni, un grande successo l'edizione dedicata alla Rep.Ceca. Oltre 7.000 presenze nei 16 giorni di spettacoli, coinvolgendo la città tifernate e non solo.
Cala il sipario sulla trentanovesima edizione il Festival delle Nazioni di Città di Castello quest’anno dedicata alla Repubblica Ceca presenza che ha testimoniato quel viaggio del Festival fra i Paesi rientrati a far parte in questi anni del tessuto politico e culturale dell’Unione Europea. Sedici giorni intensi di musica, kermesse, incontri con artisti, che hanno fato registrare complessivamente 7000 presenze agli spettacoli e 500 agli interessanti eventi collaterali; che per alcuni concerti gli organizzatori si sono trovati in difficoltà ad accogliere le numerose richieste, avendo già il tutto esaurito. Un festival che come non mai ha coinvolto tutta la città e non solo. I luoghi dove si sono svolte le rappresentazioni erano colme anche di turisti e di spettatori giunti da tutta l’Umbria, perché attratti dall’interesse e dalla bellezza delle proposte. Una città che ha fatto vivere i suoi luoghi più suggestivi e i dintorni più belli, cornici anche essi di performances unici. Una programmazione che ha soddisfatto tutti i gusti e le esigenze, che ha così allargato enormemente, non solo quantitativamente, la base di fruizione. Difficile stilare una “graduatoria” su quale spettacolo sia stato più bello, più seguito, non solo numericamente, ma emozionalmente. La performance del Black Light Theater, ad esempio ha ipnotizzato con la sua magia, scherzosa, brillante e frizzante, una gremitissima Piazza Matteotti. O l’Arte trascendentale di Uto Ughi, la sua generosità ha commosso e emozionato, così come l’altissimo virtuosismo di Bollani, che insieme a Riondino nel Viaggio (in particolare nella sezione dedicata alle Memorie di Da Ponte) ha elettrizzato il l’Auditorium di Sant’antonio stracolmo di spettatori e di vibrazioni; per non parlare poi del lirismo, del suoni cesellati, intensi, delle magnifiche interpretazioni di Dindo, Rossi Cattarossi e Bezziccheri nelle interpretazioni, tra l’altro delle ultime note di Šostakovic; o la perfezione stilistica e formale di Fabbriciani e Damerini, in un programma che prevedeva anche una prima esecuzione assoluta, commissionata dal Festival, del compositore ceco Kukal; o l’umorismo raffinato di Moni Ovadia; ma che dire dell’esempio di Grande Teatro, che ha unito tradizione poetica, popolare, teatrale, in un unico linguaggio “alto” del vero teatro di parola di Mimmo Cuticchio? Insomma, cercando di non far torto a nessuno, è davvero improbabile fare un bilancio “estetico e formale” su spettacoli che sono stati scelti con grande gusto e oculatezza ed esperienza dal Direttore Artistico Aldo Sisillo. “Abbiamo voluto incontrare gli autori che più hanno caratterizzato la storia musicale di questo paese a cominciare da Smetana – afferma Sisillo-. E poi Bedrich Smetana e Antonín Dvorák, esempi di quello stile che coniugò l’ispirazione nazionalpopolare con il linguaggio delle grandi scuole sinfoniche europee, che hanno ben rappresentano il rapporto sofferto, ma di proficuo scambio della cultura Ceca con le altre. D’obbligo quindi – afferma ancora il Direttore Artistico giunto al suo secondo anno del mandato - la presenza di autori quali Johannes Brahms, Richard Strauss, Franz Schubert ed in particolare Mozart. Non potevamo non dare spazio Leós Janácek, interprete di quel periodo di grandi trasformazioni sociali e culturali che fu l’inizio del ‘900; alla cultura ebraica che, a Praga, come in tutti i centri più importanti dell’Europa centrale rappresentò per secoli lievito per lo sviluppo di tutti gli ambiti della vita civile” “Grande spazio - continua il Maestro - abbiamo dato anche alle commissioni a giovani compositori emergenti, i cechi Ondrej Kukal, Michaela Plachká e Jana Vöröšová e gli italiani Fabrizio Festa e Pino Cangialosi. Altro importante filone è stato il ricordo del 250° anniversario della nascita di Wolfgang Amadeus Mozart: Anche quest’anno – conclude Sisillo – ho voluto far spaziare i linguaggi musicali dal sinfonico al jazz, dal cameristico al klezmer e non ho potuto far mancare il consueto appuntamento con la danza che ha visto protagonisti i solisti del Balletto del Teatro Nazionale di Praga, esecutori di coreografie di Jirí Kylián e Petr Zuska” Il Festival delle Nazioni ha spento i riflettori e come sempre con una serata straordinaria. L’ultimo appuntamento, quello con la Orchestra della Toscana, diretta da Feranec, che ha visto impegnati sul palcoscenico ben 150 artisti, tra professori d’orchestra e coro, è stato un vero tripudio. Una conclusione che è stato suggello, coronamento di un grande Festival, che si chiama delle Nazioni, che richiama la sua alta tradizione, la cui storia parla sempre al futuro.
Città di Castello/Umbertide
11/09/2006 08:34
Redazione
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